Logo Pax Christi ItaliaLogo Pax Christi punto pace Bologna
Pax Christi - Punto Pace Bologna

| Home | Che cos'è Pax Christi | Chi siamo | don Tonino Bello | Monte Sole | Attività | Appelli/Campagne | Agenda pace | I Link |

 

 

 


31 DICEMBRE 1998: VEGLIA DI FINE ANNO ALLA CHIESA DEL BARACCANO

31 dicembre 1998: veglia di fine anno alla chiesa del Baraccano

 

VEGLIA PER LA PACE - S. Maria della Pace - 31 dicembre 1998

Canto iniziale: "Siamo arrivati"

Rit.: Siamo arrivati da mille strade diverse, in mille modi diversi, in mille momenti diversi. . . . perchè il Signore ha voluto così.
* Ci hai chiamato per nome, ci ha detto: "Siete liberi!"
   Se cercate la mia strada, la mia strada e l'amore!
* Ci ha donato questa casa, ci ha detto: "Siate uniti!"
   Se amate la mia casa, la mia casa e la pace!

Costruiamo Pace.

Costruire la pace vuoi dire amare senza aspettarsi nessun contraccambio, vuoi dire fare le stesse scelte di campo fatte da Gesù, sino a morire vittima della violenza e del potere, perchè nasca la pace. Mons. Tonino Bello, ci ha lasciato un appello di pace, che vale per ogni tempo ed ogni luogo:

"Costruttori di pace, la pace di Gesù sia con tutti voi!
Nei bagni di folla o nella solitudine dei deserti.
Nelle foreste dell'Amazzonia o nel vortice disumano delle metropoli.
Sul letto di un ospedale o nel nascondimento di un chiostro.
Nell'operosità di una scuola materna che si apre ai valori della mondialità o nel travaglio provocato da uno stile di accoglienza nei confronti dei fratelli di colore.
E' un popolo sterminato che sta in piedi.
Perchè il popolo non e un popolo di rassegnati.
E' un popolo pasquale, che sta in piedi, come quello dell'apocalisse.
E' davanti alI' "Agnello".
Simbolo di tutti gli oppressi dei poteri mondani .
Di tutte le vittime della terra.
Di tutti i discriminati dal razzismo.
Di tutti i violentati nei più elementari diritti umani.
A questo popolo invisibile della pace, giunga la nostra solidarietà.
Ma anche il nostro incoraggiamento: con le parole delle beatitudini, secondo la traduzione che sostituisce il termine "beati" con l'espressione "in piedi".
"IN PIEDI COSTRUTTORI DI PACE. SARETE CHIAMATI FIGLI DI DIO"
(Mons. Tonino Bello)

Introduzione

Primo momento: LA PACE Colomba della Pace

Dalla "PACEM IN TERRIS".

E quando i rapporti della convivenza si pongono in termini di diritti e di doveri, gli esseri umani si aprono sul mondo dei valori spirituali, e comprendono che cosa sia la verità, la giustizia, l'amore, la libertà; e diventano consapevoli di appartenere a quel mondo. Ma s<*1o pure sulla via che li porta a conoscere meglio il vero Dio, trascendente e personale; e ad assumere il rapporto fra se stessi e Dio a solido fondamento e a criterio supremo della loro vita: di quella che vivono nell'intimità di se stessi e di quella che vivono in relazione con gli altri .

Silenzio

DA "NEL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI IL SEGRETO DELLA PACE VERA"

Rispetto della dignità umana; patrimonio dell'umanità.

Colomba della PaceLa dignità della persona umana e un valore trascendente, sempre riconosciuto come tale da quanti si sono posti alla sincera ricerca della verità. L'intera storia dell'umanità, in realtà, va interpretata alla luce di questa certezza. Ogni persona, creata ad immagine e somiglianza di Dio e, pertanto, radicalmente orientata verso il suo Creatore, e in costante relazione con quanti sono rivestiti della medesima dignità. La promozione del bene dell'individuo si coniuga così con il servizio al bene comune, là dove i diritti e i doveri si corrispondono e si rafforzano a vicenda.
La storia contemporanea ha evidenziato in modo tragico il pericolo che deriva dal dimenticare la verità sulla persona umana. Sono dinanzi ai nostri occhi i frutti di ideologie quali il marxismo, il nazismo, il fascismo, o anche di miti quali la superiorità razziale, il nazionalismo e il particolarismo etnico. Non meno perniciosi, anche se non sempre così evidenti, sono gli effetti del consumismo materialistico, nel quale l'esaltazione dell'individuo e il soddisfacimento egocentrico delle aspirazioni personali diventano lo scopo ultimo della vita. In questa ottica, le conseguenze negative sugli altri sono ritenute del tutto irrilevanti. Occorre ribadire, invece, che nessun affronto alla dignità umana può essere ignorato, qualunque ne sia la sorgente, la forma di fatto assunta, il luogo dove accade.

Canto: "GRAZIE ALLA VITA"

Grazie alla vita che mi ha dato tanto, mi ha dato due occhi che quando li apro
io vedo e distinguo il nero dal bianco e nell'alto cielo il fondo stellato
e in mezzo alla folla l'uomo che io amo
Grazie alla vita che mi ha dato tanto, mi ha dato il suono e l'abbecedario
come le parole che penso e proclamo: figlio, madre, amico e cammino chiaro
e la dolce voce di Colui che amo.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto, mi ha dato la marcia dei miei piedi stanchi
con essi ho varcato pozzanghere e spiagge, città e deserti, montagne e pianure,
e la strada tua, la casa ed il cortile.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto, mi ha dato un cuore che vuole fuggire
quando guardo il frutto della mente umana, quando guardo il bene lontano dal male quando vedo dentro il tuo sguardo chiaro.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto, mi ha dato il riso e mi ha dato il pianto
con essi distinguo la pena e la gioia, i due elementi che fanno il mio canto
e il canto di tutti e il mio stesso canto e il canto di tutti e il mio stesso canto

Secondo momento: L'INFANZIA

Dal libro "SULLA PELLE DEI BAMBINI"

Jog Raj Gura Gain e un ragazzo di dodici anni che lavora nella piantagione di tè di Butabari Ha una panciaBambino con Colomba della Pace molto gonfia, la faccia bruciata dal sole, le labbra screpolate, i capelli sottili ed i piedi avvolti in un cencio tutto sporco. La sua famiglia e immigrata da Sanischare, Jhapa District. E' molto povera ed e composta da dieci persone. Purtroppo il padre non può lavorare perchè e malato. Per questo Jog ha dovuto smettere di andare a scuola
Solo da poco Jog e stato assunto nella piantagione di tè in qualità di "chhokada".
Anche se e stata dura procurarsi gli arnesi, tutti molto cari, Jog si ritiene fortunato perchè e un "regolare". Anche sua madre e assunta stabilmente e assieme lavorano dalle sette del mattino alle cinque del pomeriggio.
Jog vive in una capanna malandata che gocciola tutto l'anno; non c'e corrente elettrica e non ci sono gabinetti. La sua dieta abituale consiste in pannocchie di granoturco arrostite e un po' di riso condito col curry ed erbe di stagione. A volte si può permettere delle patate, ma solo in piccola quantità. Quando Jog e al lavoro ha quasi sempre fame e sogna il ristoro di un pasto caldo. Il fatto e che in casa entrano pochi soldi e una parte servono per comprare le medicine per il babbo.

Jog e il più grande di otto fratelli e assieme a sua mamma ha la responsabilità della famiglia. La sua paga giornaliera e di 12 rupie e 50 centesimi (650 lire) a patto che raccolga 16 kg. di foglie. Per ogni chilo extra, riceve 25 centesimi (12 lire) ma Quando non riesce a raggiungere il raccolto minimo, il capo lo picchia e decurta la sua paga.
Jog non riesce a riposarsi mai abbastanza e forse proprio per Questo ha spesso mal di stomaco e mal di testa. Tempo fa si e anche procurato una ferita profonda che ancora oggi tenta di proteggere con uno straccio tutto sudicio. La piantagione non gli garantisce l'assistenza medica ne gli paga la giornata Quando sta a casa per malattia.
A volte Jog pensa che gli piacerebbe tornare a scuola. In fondo ne avrebbe anche il diritto. Ma la realtà gli impone di fare il capofamiglia. Ha dovuto prendere il posto di suo padre malato, e deve pensare a sfamare i suoi fratelli e le sue sorelle.

Silenzio

Da" BIMBO IN ISRAELE" di Mons. Catti

Nel Vangelo dell'Infanzia secondo Luca e narrata la presentazione di Gesù al tempio, insieme con la purificazione di Maria, e noi siamo informati a proposito di Questa fase esecutiva di una complessa legislazione relativa ai primogeniti (Luca 2,22 e ss.).
Emerge il riconoscimento: Questo bimbo deve essere sottratto all'uso profano perché e già dedicato al Signore Iddio. I genitori possono ottenerlo in custodia mediante un riscatto. Riscatto e riconoscimento della consacrazione di Questo bimbo si compenetrano. "Entri nella T or ah" il bimbo circonciso in Israele. Prima di diventare uditore della lettura, prima di diventare interlocutore di una conversazione, Questo bimbo respira un'atmosfera dove significati e valori della Torah sono aeriformi. Anche in Questa esperienza si può riconoscere la sua dignità. "Quando un bimbo pronuncia Mase per Mose, Aharan per Aharon, Efran per Efron, Iddio dice: "Anche il suo balbettare mi e caro "". La giusta sentenza e attribuita a rabbi Issachar (S. Legasse, op. cit., p.283).
Nella casa paterna, poi nella sinagoga locale a contatto con i volumi della Torah, il bimbo in Israele può crescere, come in età, così in sapienza, finche a tredici anni e un giorno possa dar prova di essere gratificato del dono della maggiore età, spiritualmente parlando, e Quindi dell'impegno di obbedire alla Torah. E' vero che il Minore non può porsi perfettamente come soggetto del verbo avere perché non può porsi perfettamente come soggetto del verbo essere: non ha perché non e. Ma la Torah lo fa essere, 10 rende insostituibile.

"II mondo non sussiste che a causa del respiro del bimbo nelle scuole", dichiara rabbi Juda Il (S. Legasse, op.cit., p.282)."Non si dispensino i bimbi dalle scuole, nemmeno per costruire il Santuario" (Sabbat 119b).
E' vero che il Minore non riesce a rivendicare Quanto gli e dovuto. Ma la Torah, nello stabilire Quanto gli sia dovuto, stabilisce anche chi si faccia garante per lui: il rivendicatore, il go'el. Il bimbo orfano, insieme con la donna vedova, e anche con lo straniero, e in Questa condizione. l profeti insistono nel richiamare il go'el prestabilito all'adempimento del suo impegno:"Non opprimete la vedova e l'orfano. che, se tu li opprimerai, sappi che Quando il loro grido si levasse verso Me, io ascolterò tale lamento" (Esodo 22,21.22).
Nel messaggio profetico a favore del bimbo orfano in Israele, guardando intensamente si può intravedere il Redentore, il Go'el per eccellenza.
Secondo la sapienza biblica e giudaica anche noi siamo condotti come bimbi in Israele, con una gradualità prudente e progressiva. Progressivamente siamo condotti a riconoscere la eminente dignità del bimbo, i, Israele e fuori d'lsraele, nello spazio e nel tempo, nel tempo e nell'Eterno.

Canto: "E sono solo un uomo".

Io lo so Signore che vengo da lontano, prima nel pensiero e poi nella tua mano,
io mi rendo conto che Tu sei la mia vita e non mi sembra vero di pregarti così:
"Padre di ogni uomo" - e non ti ho visto mai
"Spirito di vita" - e nacqui da una donna
"Figlio, mio fratello" - e sono solo un uomo:
eppure io capisco che Tu sei verità.
E imparerò a guardare tutto il mondo con gli occhi trasparenti di un bambino
e insegnerò a chiamarti "Padre nostro" ad ogni figlio che diventa uomo (2 v.).

Terzo momento: LA GREPPIA

Dall'omelia sulla "NATIVITÀ DEL SIGNORE" di S. Girolamo.

Dal letame. egli risolleva il povero (salmo113,7).

nativitàEgli nasce nel letame, dove Giobbe era rimasto per molto tempo, e dove poi fu premiato. perché non restava più posto per loro all'albergo. Che tutti i poveri trovino da questo episodio motivo di consolazione: Giuseppe e Maria, la madre del Signore, non avevano per nulla schiavi o inservienti; dalla Galilea, da Nazareth, vengono soli, senza una bestia da soma; essi sono al tempo stesso padroni e servitori. Cosa del tutto impensabile, essi entrano in una stalla, non entrano in una città. La loro povertà, timida, non osa avvicinarsi ai ricchi.
Considerate attentamente la loro grande povertà: essi vanno in una stalla; i testi non dicono che essa era situata sulla strada, essa dava invece su un piccolo sentiero: non sulla strada della legge, ma sul sentiero del Vangelo.

Essi si trovavano su di un sentiero fuori mano. Non rimaneva nessun altro posto per la nascita del Signore che una stalla; una stalla dove erano legati buoi e asini. Ah! Se mi fosse stato possibile vedere questa stalla dove giacque Dio! In realtà noi abbiamo creduto di onorare il Cristo togliendo la mangiatoia di fango e mettendone una di argento. Ma per me vale molto di più la prima, quella che e stata tolta: gli idolatri meritano l'argento e I'oro. La fede cristiana merita la stalla di fango. Colui che e nato in questa stalla condanna l'oro e l'argento. lo non condanno coloro che hanno creduto di onorarlo con queste cose ricche (io non condanno allo stesso modo coloro che hanno scolpito vasi di oro nel tempio): ma io ammiro il Maestro che, creatore del mondo, non nasce in mezzo all'oro e all'argento, ma tra il letame. . . .

L'assunzione della natura umana.

Ne abbiamo a lungo parlato, abbiamo sentito il bambino piangere nella stalla, lo abbiamo adorato: adoriamolo tutti oggi. Solleviamolo nelle nostre braccia e adoriamo il figlio di Dio. Un Dio potente che per lungo tempo tuonò nel cielo, e non salvò: egli pianse e salvò. Perché vi ho detto tutto questo? Perché l'esaltazione non salva, ma l'umiltà salva. Il Figlio di Dio era nel cielo, e non era adorato: discende sulla terra, ed e adorato. Teneva sotto la sua potestà il sole, la luna, gli angeli, e non era adorato: nasce sulla terra, uomo, uomo fino in fondo, integralmente uomo, per guarire la terra intera. Tutto ciò che di umano egli non ha assunto, non lo ha salvato: se egli ha assunto la carne senza assumere l'anima, non ha salvato quest'ultima. Dunque egli avrebbe salvato una minima parte senza salvare l'essenziale? Si può dire in effetti: "Egli salvò anche l'anima, assumendola; ora allo stesso modo che l'anima e più grande del corpo, la sensibilità e la parte principale dell'anima". Se dunque egli non salvò i sensi, egli non salvò che quella parte dell'anima che e meno importante. Ma tu dici: "Egli non assunse i sensi umani per non introdurre nel suo cuore i difetti dell'uomo, cioè i pensieri del male". Se dunque egli non ha saputo padroneggiare la sua propria opera, si potrà rimproverare a me, uomo, di non essere capace di vincere quelle cose che gli avrebbe dovuto vincere?
Ma noi abbiamo dimenticato il nostro proposito ed abbiamo parlato più di quanto non avessimo creduto: lo Spirito aveva disposto diversamente dalla lingua, la quale ci ha trascinati altrove. Prepariamoci, dunque ad ascoltare il sacerdote e tutto quello che noi abbiamo detto così male, ascoltiamolo ora, con orecchio teso, benedicendo il Signore al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Silenzio

Canto: "Tu scendi dalle stelle".

Tu scendi dalle stelle, o re del cielo
e vieni in una grotta al freddo e al gelo (2 v.)
O bambino, mio divino, io ti vedo qui a tremare, o Dio beato
ahi, quanto ti costò l'avermi amato (2 v.)

 

Quarto momento: LA CIRCONCISIONE

Da "GESU' E' EBREO, PER SEMPRE". di p Stefani

Le cose si presentano in modo differente se si dichiara che Gesù e ebreo o, ancora piùAnnuncio ai pastori esplicitamente se si sostiene (come fa la versione italiana dei Sussidi per la corretta presentazione degli ebrei e dell'ebraismo nella Chiesa cattolica, 1985) che "Gesù è ebreo e lo è per sempre". In tal caso, infatti, è inevitabile cogliere nel sottofondo alcune risonanze attinenti la fede cristiana. L'ebraicità di Gesù, in questo orizzonte, tocca intimamente la comprensione stessa del mistero dell'incarnazione e le conseguenti modalità con cui lo si annuncia. Giovanni Paolo Il nel suo discorso rivolto ai partecipanti del Colloquio sulle "Radici dell'antigiudaismo in ambiente cristiano", ha affermato: "Pertanto quanti considerano il fatto che Gesù fosse ebreo e che il suo ambiente fosse il mondo ebraico come un semplice fatto culturale contingente, a cui sarebbe possibile sostituire un'altra tradizione religiosa dalla quale la persona del Signore potrebbe essere distaccata, senza che essa perda la sua identità, non solo ignorano il significato della storia della salvezza, ma, in modo più radicale mettono in discussione la verità stessa dell’incarnazione e rendono impossibile una concezione autentica dell'inculturazione> >.
Le asserzioni papali sono dunque del tutto esplicite nell'inserire I'ebraicità di Gesù in un preciso contesto cristologico, destinato a incidere direttamente sul modo in cui l'annuncio cristiano e rivolto alle genti.(......).
Ripetendo le parole dello Shema', l'ebreo accetta di compiere la volontà di Dio. Proprio questo accoglimento diviene, quindi, la forma di sacrificio più gradita a JHWH, che va amato con tutta l'anima (nefesh), espressione quest'ultima, intesa, secondo un'antica interpretazione rabbinica, nel senso che bisogna amarlo anche se "ti toglie l'anima". Proprio come avviene nella risposta dl Gesù che dapprima indica il comandamento di amare Dio e poi prescrive l'amore per il prossimo, anche la comprensione dello Shema' non può prescindere dall'ordine con cui si succedono i brani. In particolare, occorre notare che solo la proclamazione dell'unicità e regalità del Signore contenuta nella prima parte - detta accettazione del giogo del regno dei cieli- consente di attribuire al1'accoglimento dei precetti (espresso nella seconda parte) il suo più autentico significato. Tenuto conto di ciò, pare coerente interpretare l'alto riconoscimento dato da Gesù alle parole dello scriba:" Non sei lontano dal regno di Dio " (M c 12,34), proprio come una allusione a questo "giogo del regno", visto come fondamento e scopo dell'esecuzione die comandamenti
Come da altri brani evangelici, anche dalla pericope relativa al più grande comandamento, si deduce che la radicalità della fede ebraica di Gesù consiste nel testimoniare, appoggiandosi sulla parola rivelata ad Israele, il primato assoluto della messa in pratica della volontà di JHWH, la quale, a sua volta, si rifrange non tanto nella (pur accolta) dimensione cultuale, quanto nelle relazioni instaurate dagli uomini con il loro prossimo.

Silenzio

Canto: "Esci dalla tua terra".

Rit: Esci dalla tua terra e va' dove ti mostrerò. (2v. )
* Abramo, non partire, non andare, non lasciare la tua terra cosa speri di trovar?
La strada e sempre quella, ma la gente e differente, ti e nemica, dove speri di arrivar? Quello che lasci, tu lo conosci, il tuo Signore cosa ti dà?
Un popolo, la terra e la promessa. Parola di Jahvè!
*La rete sulla spiaggia abbandonata I'han lasciata i pescatori, son partiti con Gesù.
La folla che osannava se n'é andata ma il silenzio una domanda sembra ai dodici portar "Quello che lasci, tu lo conosci, il tuo Signore cosa ti dà?"
Il centuplo quaggiù e l'eternità. Parola di Gesù!

 

Quinto momento: Il TEMPO

Da "SIGNORE NON HO TEMPO.." di M. Quoist

Sono uscito, Signore tutti andavano, venivano, camminavano, correvano.
Correvano le bici, le macchine, i camion, la strada, la città, tutti.
…Arrivederci, Signore, scusi, non ho tempo.
Non posso attendere, ripasserò, non ho tempo.
Termino questa lettera, perché non ho tempo.
Avrei voluto aiutarti, ma non ho tempo.
Non posso accettare, perché non ho tempo.
Non posso riflettere, leggere. non ho tempo.
Vorrei pregare, ma non ho tempo.
Tu comprendi, Signore, non abbiamo tempo.
Il bambino gioca: non ha tempo subito, più tardi. .
Lo scolaro deve fare i compiti: non ha tempo, più tardi…
Lo studente ha un sacco di lavoro: non ha tempo, più tardi
il giovane ha gli allenamenti non ha tempo, più tardi. . .
lo sposo novello ha la casa da arredare: non ha tempo, più tardi. .
il padre di famiglia ha i bambini: non ha tempo, più tardi. . .
i nonni hanno i nipotini non hanno tempo, più tardi. . .
sono malati! hanno le cure: non hanno tempo, più tardi .
sono moribondi, non hanno. . .
troppo tardi! non hanno più tempo!
Signore, tu che sei fuori del tempo, sorridi nel vederci lottare con il tempo. Tu sai quello che fai e non sbagli quando distribuisci il tempo agli uomini. Stasera, ti chiedo di poter fare coscienziosamente, nel tempo che mi dai, tutto quello che tu vuoi che io faccia

Silenzio

Da "DIO E' VIVO" da "Catechismo per Tutti" comunità Ortodossa

Adorazione dei MagiI magi rappresentano i maestri della scienza antica. Essi vengono istruiti dagli astri e, grazie ad una stella, prendono la strada alla ricerca di un re appena nato e trovano un bambino adagiato sulla paglia. Come avevano detto ad Erode, volevano rendere omaggio al re dei Giudei, ma quando trovarono il bambino furono ripieni di grande gioia e sostituirono l’omaggio con l'adorazione. Allora offrirono dei doni: l'oro per il re, l'incenso per Dio, la mirra per l'uomo mortale. Questi sapienti, venuti dall'Oriente, hanno trovato la Verità in persona, quella che avevano sempre cercato negli astri. Adesso conoscono il Sole di giustizia, l'Oriente dall'alto, Colui che viene dal cielo. Ma questo cielo non e quello che e stato creato nei primi giorni della creazione, quello dove si muovono gli astri.
Quegli astri potevano fornire ai magi soltanto una conoscenza parziale. Il Sole di giustizia è increato. La Luce della Conoscenza rivela Dio, l'Oriente dall'alto che si fa conoscere ai Magi e la Parola che all'inizio era come Dio, che era Dio (Gv; 1,1 ), colui che è prima di tutti i secoli. Cioè colui che e prima del tempo e prima della materia creata.
Possiamo ora fare un parallelo fra la ricerca dei magi e la rivelazione ai pastori raccontata da San l-lIca (Lc 2, 1-19).
Per giungere sino a Dio, i saggi ebbero bisogno di una lunga ricerca. I pastori, invece, ricevettero la Buona Novella direttamente da un angelo, senza bisogno di muoversi, né di ripararsi.
Il testo di san Luca è composto con grande perfezione. Come I'iconografo e l'innografo, l'evangelista contempla l'avvenimento con l'acutezza di uno sguardo illuminato dallo Spirito e lo racconta secondo quella stessa Luce che trascende e trasfigura la semplice narrazione descrittiva.
L'evangelista colloca subito l'avvenimento nel contesto storico: l'editto di Cesare Augusto, il censimento, il nome del governatore della Siria in quel periodo. Poi colloca i principali personaggi nello spazio geografico: Giuseppe e Maria si recano dalla Galilea a Betlemme, perché sono della tribù di Giuda, discendenti dalla stirpe di Davide. A questo punto la storia si intreccia con il disegno divino. Infatti, è per volontà di Dio, in base alla sua Provvidenza, e non per caso, che Gesù nasce a Betlemme, paese di origine del re Davide Gesù è l'Unto del Signore (Messia in ebraico, Cristo in greco), il re di Israele, il figlio (di Davide (profezia di Michea 5,1).

| Home | Che cos'è Pax Christi | Chi siamo | don Tonino Bello | Monte Sole | Attività | Appelli/Campagne | Agenda pace | I Link |