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19 APRILE 1996: 3° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI
DON TONINO BELLO

Volantino veglia

 

 

A che cosa serve una veglia?

Può restare una bella idea o un momento piacevolmente folcloristico: "SIGNORE, come è bello"
Eppure il silenzio, lo stare sul monte apre talora spazi di ascolto, dice parole nuove a regioni del cuore che pensavano di non avere, libera la fantasia.
Chissà che cosa scatenerà questa veglia dentro ciascuno di noi. Sarà importante scoprirlo scendendo dal monte. Là, dove "è il nostro posto"

 

BEATO L'UOMO (Dal Salmo I)

Rit. Beato l'uomo che retto procede
       e non entra a consiglio con gli empi.
       e non va per la via dei peccatori,
       nel convegno dei tristi non siede.

1. Nella legge del Signore
    ha riposto la sua gioia ;
    se l’è scritta sulle porte
    e la medita di giorno e di notte.

2. E sarà come l’albero
    che è piantato sulle rive del fiume.
    che dà frutto alla sua stagione,
    né una foglia a terra cade.

3. Non sarà così per chi ama il male;
    la sua via andrà in rovina.
    il giudizio del Signore
    è già fatto su di lui.

4. Ma i tuoi occhi, o Signore.
    stanno sopra il mio cammino;
    me l'hai detto, son sicuro,
    non potrai scordarti di me.
 

 

P . Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

T. Amen.

P. Ringraziamo il Signore per averci dato in Don Tonino un riflesso vivo del suo amore ardente per gli uomini e il mondo: la sua, tenerezza e la sua pace siano con tutti voi.

T. E con il tuo spirito.


DON TONINO: Il VESCOVO COL GREMBIUlE

fpt021996Dio opera sempre: tra le cose belle compiute per noi in questo tempo vi è uno straordinario uomo di Dio e un impareggiabile amico degli uomini, il Vescovo Don Tonino Bello.
Si, perché Don Tonino e stato un uomo innamorato di Dio e - questo amore vivendo - di Lui e diventato comunicatore appassionato, generoso e lieto: testimone credibile e profeta coraggioso!
La nuova evangelizzazione, presente sulla bocca di tanti, in lui si e fatta presente in parole e opere: lo stile apostolico della vita - attrezzata con il grembiule, la brocca e l'asciugatoio - lo ha reso missionario a tutto campo nella chiesa, per la vita piena del mondo e dell'uomo, per la causa della pace.
Don Tonino Bello é entrato nella casa della Pace il 20 aprile 1993, a cinquantotto anni. Era Vescovo di Molfetta (nonché Terlizzi-Ruvo-Giovinazzo) da poco più di dieci anni. Tutti, nella diocesi, hanno conosciuto la sua straordinaria semplicità e affabilità, una bontà e un coraggio a prova di bomba. Aveva ospitato in casa sua gli sfrattati; di sera andava ad aiutare, barboni e drogati e magari gli toccava di scavalcare la cancellata per rientrare nel "palazzo vescovile". E di venir scambiato per un ladro. Chi é stato nella sua diocesi venendo da fuori non può dimenticare l'affetto con cui ne parlavano i giovani, gli anziani, le donne. Con amore e fierezza dicevano che "il nostro vescovo é diverso" .


Era un vescovo col grembiule. Amava ricordare infatti che anche la Chiesa, se vuole imparare da Gesù, deve mettersi uno straccio o un grembiule, ai fianchi, per servire, per lavare i piedi agli ultimi. Solo nel servizio si rivela l'amore. E solo l'amore introduce alla fede. Proprio il Giovedì Santo, pochi giorni prima di morire, dopo essere apparso per l'ultima volta in cattedrale portato a breccia dai fedeli, aveva lanciato insieme all'amico vescovo di Ivrea e predecessore come presidente di Pax Christi Luigi Bettazzi, un messaggio per fermare la carneficina che lacera i territori della ex Jugoslavia. E ancora, nel dicembre 92, Don Tonino, già malato, insieme a Bettazzi e a cinquecento tra preti e laici di Pax Christi e di Beati i costruttori di pace, aveva dato la forte testimonianza della marcia pacifica fino a Sarajevo. Da molti fu giudicato gesto folle e utopistico; ma a tutt’oggi é forse l'unico segno di non violenza e di speranza contro la guerra che arrossa quelle terre di sangue innocente.

E SONO SOLO UN UOMO
(Symbolum '78)

1. Io lo so, Signore, che vengo da lontano,
prima nel pensiero e poi nella tua mano;
io mi rendo conto che tu sei la mia vita
e non mi sembra vero di pregarti così:

Padre d'ogni uomo
- e non t'ho visto mai -
Spirito di vita
- e nacqui da una donna -
Figlio mio fratello
- e sono solo un uomo -
eppure io capisco
che Tu sei verità!

E imparerò a guardare tutto il mondo con gli occhi trasparenti di un bambino
e insegnerò a chiamarti "Padre nostro"
ad ogni figlio che diventa uomo.

2. Io lo so, Signore, che tu mi sei vicino luce alla mia mente, guida al mio cammino,
mano che sorregge, sguardo che perdona,
e non mi sembra vero che tu esista così.

Dove nasce amore
- tu sei la sorgente, - dove c'è una croce - tu sei la speranza, -
dove il tempo ha fine
- tu sei la vita eterna: -
e so che posso sempre
contare su di te!

E accog1ierò la vita come un dono
e avrò il coraggio di morire anch'io
e incontro a te verrò col mio fratello
che non si sente amato da nessuno.


P. Preghiamo: O Dio, che attraverso Don Tonino hai offerto alla tua Chiesa
una viva immagine del Cristo, concedi a noi di seguire il tuo Figlio
nella via del Vangelo e di unirci a te in carità e letizia. Per il
nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio. che e Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.

T. Amen


<1>
La pace una scommessa per l’uomo d'oggi.

Dal Libro del Profeta Michea (4,1-4)

Alla fine dei giorni il monte del tempio del Signore resterà saldoManifesto per l'obiezione fiscale del 1986 sulla cima dei monti e s'innalzerà sopra i colli e affluiranno ad esso i popoli; verranno molte genti e diranno: "Venire, saliamo al monte del Signore e al tempio del Dio di Giacobbe; egli ci indicherà le sue vie e noi cammineremo sui suoi sentieri", poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà arbitro tra molti popoli e pronunzierà sentenza fra numerose nazioni; dalle loro spade forgeranno vomeri, dalle loro lame, falci.
Nessuna nazione alzerà la spada contro un'altra nazione e non impareranno più l'arte della guerra.
Siederanno ognuno tranquillo sotto la vite e sotto il fico e più nessuno li spaventerà, poiché la bocca del Signore degli eserciti ha parlato!

PAROLA DI DIO

Tra le tante iniziative per la pace in cui fu protagonista Don Tonino Bello, significativa fu la "marcia dei cinquecento" del dicembre 1992 nel cuore della guerra in Jugoslavia fino a Sarajevo.
La marcia, organizzata insieme al movimento "Beati i costruttori di pace" fu una testimonianza attraverso una presenza non violenta della volontà di pace della gente comune.
Don Tonino vi partecipò nonostante fosse già ammalato del tumore che lo ucciderà dopo alcuni mesi di sofferenza.
Questo e un suo intervento scritto poco prima della partenza per Avvenimenti

"Il cammino verso Sarajevo, che ci compirà dal 7 al 13 dicembre, da un esercito disarmato di operatori di pace, ha un celebre precedente: 1'irruzione di Francesco d'Assisi nel campo militare di Damietta, in Palestina, presidiata dal sultano Melik el Kamil.
Nel giugno 1219, la flotta dei crociati partì da Ancona verso la Palestina, alla conquista dei Luoghi Santi. Su una nave salì anche Francesco, col segreto disegno di convertire i soldati a propositi di non violenza, ma anche col desiderio di frapporsi, disarmato, tra i Saraceni e i crociati.
Nel campo dei crociati non riuscì a far desistere l'esercito dall'uso delle armi I combattimenti infuriarono con forza del parossismo e migliaia di combattenti perdevano ogni giorno la vita. Francesco allora decise un gesto folle: si diresse verso il campo di Melik ek Kamil. Venne accolto con molta simpatia ed ebbe modo di parlare non solo di Gesù Cristo, ma anche della assurdità della guerra, che si sarebbe potuta evitare col negoziato e col dialogo tra le due parti belligeranti...
Fu ascoltato con molto interesse, ma soprattutto fece una grande impressione questo modo inerme di presentarsi. Una autentica rottura della logica corrente che sconcertò positivamente il sultano e lo stato generale del suo esercito.
Il cammino verso Sarajevo, che partirà anch'esso da Ancona, Vuole ripetere lo stesso gesto di Francesco. Porsi come richiamo alla tragicità della violenza che non potrà mai risolvere i problemi dei popoli. Essere segno di un sentire nuovo che, grazie a Dio, sta emergendo dai sotterranei della storia e che vede nelle armi il fallimento di ogni disegno di civiltà. Presentarsi come indice puntato verso traguardi in cui alla logica della forza di sostituirà quella del negoziato, alla tecnica militare subentrerà la strategia della difesa popolare non violenta e la convivialità delle differenze prenderà il posto di questo scenario assurdo della segregazione, dell'odio razziale e delle chiusura a riccio nelle proprie rassicuranti identità.
c'è da immaginarsi il compatimento di chi non sa pensare altri schemi se non quelli proposti dal quartier generale delle forze armate. Così pure non ci vuole molto a supporre la sufficienza di chi, a missione compiuta, giudicherà perfino patetica questa iniziativa di pace. E non mancheranno coloro che, sorridendo, diranno che i pacifisti se ne sono tornati a casa con le mani vuote.
Con le mani vuote, al ritorno, certamente. Ma all'andata ci muoveremo con le mani piene. Non di armi, e neppure di soccorsi materiali. Ma di tanta solidarietà e, soprattutto, di tanta speranza. Una speranza che vale per noi, ma anche per i fratelli che incontreremo e ai quali diremo che sono imminenti i tempi in cui la parola guerra sarà cancellata da tutti i vocabolari."

fpt041996

LA PACE NASCE DA UN CUORE NUOVO (GIOVANNI PAOLO II )

 

 

 

 

 

Evenu shaIom

l. Evenu shalom alechem (3v.) I evenu shalom, shalom, shalom alechem.
2. E sia la pace con voi (3v.) I evenu shalom, shalom, shalom alechem.
3. Diciamo pace al mondo, I cantiamo pace al mondo I e la tua vita sia gioiosa I e il mio saluto - pace - I giunga fino a voi.

 

<2> Per l'oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, io sorgerò - dice il Signore - e metterò in salvo chi è disprezzato (Salmo 12,6)

Dal Libro del Profeta Isaia 1,15-20

"Quando stendete le mani,
io allontano gli occhi da voi.
Anche se moltiplicate le preghiere;
io non ascolto.
Le vostre mani grondano sangue.
Lavatevi, purificatevi,
togliete il male dalle vostre azioni
dalla mia vista.
Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene,
ricercate la giustizia,
soccorrete l'oppresso,
rendete giustizia all'orfano,
difendete la causa della vedova".
"Su, venite e discutiamo"
dice il Signore.
"Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno come neve.
Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana.
Se sarete docili e ascolterete,
mangerete i frutti della terra.
Ma se vi ostinate e vi ribellate,
sarete divorati dalla spada,
perché la bocca del Signore ha parlato".

PAROLA DI DIO

* MARIA, L'OPERAIA

C'è un proverbio orientale che dice: "Sei in una notte nera, su una pietra nera, c'è una formica nera, Dio la vede e la ama".
Piacque tanto a Marta, che se lo trascrisse su un taccuino. Marta lavora in una grande fabbrica di scarpe del Nord Ogni tanto viene a MoIfetta per trovare sua madre che vive in un cronicario e il fratello più piccolo rinchiuso nel supercarcere di Trani
Un giorno mi disse che non ce la faceva più. Non per i soldi. Di quelli, anzi, gliene avanzavano. Ma per la qualità della vita che il destino le aveva imposto.
Costretta a bullonare tomaie tutto il giorno, lei che si era diplomata al liceo artistico col massimo dei voti, si sentiva solo una scheda perforata.
Un numero di matricola.
Una donna senza volto, meno valida della busta paga che riceveva il 27 di ogni mese. Non aveva neppure trent'anni, ma le pareva di essere più vecchia di sua madre.
Anche sua madre, del resto, era una cifra. Un cartellino collocato sulla carrozzella, sospinta nell'incrocio di altre cinquanta carrozzelle dell'ospizio.

                                                                                                                            
don Tonino - 5 aprile 1987

 

fpt051996

ANDATE PER LE STRADE

Nel vostro cammino annunciate il Vangelo,
dicendo: "E' vicino il Regno dei cieli".
Guarite i malati, mondate i lebbrosi,
rendete la vita a chi l'ha perduta.

Rit. Andate per le strade in tutto il mondo,
chiamate i mici amici per far festa:
c'è un posto per ciascuno alla mia mensa.

Vi è stato donato con amore gratuito:
ugualmente donate con gioia e per amore.
Con voi non prendete né oro, né argento,
perché 1'operaio ha diritto al suo cibo.

Entrando in una casa, donatele la pace.
Se c'è chi vi rifiuta e non accoglie il dono,
la pace torni a voi, e uscite dalla casa
scuotendo la polvere dai vostri calzari."

Ecco, io vi mando, come agnelli in mezzo ai lupi:
siate dunque avveduti come sono i serpenti,
ma liberi e chiari come le colombe:
dovrete sopportare prigioni e tribunali.

Nessuno è più grande del proprio maestro:
né il servo è più importante del suo padrone.
Se hanno odiato me, odieranno anche voi.
Ma voi non temete: io non vi lascio soli!

Che fare

<3> Della vita cosa farne?

 

 

 

Dalla lettera di S.Giacomo 2,14-20

"Che giova, fratelli miei , se uno dice di avere la fede
ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo?
Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: "Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi", ma non date loro il necessario per il corpo, che giova?
Così anche la fede: se non ha le opere, e morta in se stessa.
Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti
mostrerò la mia fede.
Tu credi che c’è un Dio solo?
Fai bene; anche i demoni lo credono e tremano!
Ma vuoi sapere, o insensato, come la fede senza le opere, é senza valore?

PAROLA DI DIO
 

Paura dell'AIDS. Paura della droga. Paura di Chernobil. Paura dell’Enichem. Paura del grano radioattivo. Paura delle scorie tossiche. Paura dello squilibrio de1l'ecosistema. Paura delle manipolazioni genetiche.
Paura del proprio simile. Paura del vicino di casa. Paura di chi mette in crisi le nostre polizze di assicurazione. Di chi mette in discussione, cioè, i nostri consolidati sistemi di tranquillità, se non di egemonia. Paura dello zingaro. Paura dell'altro. Paura del diverso. Paura dei marocchini. Paura dei terzomondiali. Paura di questi protagonisti delle invasioni moderne, che se non chiamiamo barbariche e soltanto perché ci viene il sospetto che questo aggettivo debba spettare a noi cosiddetti popoli civili che, dopo duemila anni di cristianesimo, siamo ancora veramente incapaci di accoglienze evangeliche.
Paura di uscire di casa. Paura della violenza. Paura del terrorismo. Paura de11a guerra. Paura de11'o1ocausto nucleare. Paura di questa apocalisse a rate che ci viene somministrata da11a produzione crescente del1e armi e da1 loro squallido commercio, clandestino e palese.
Paura di non farcela. Paura di non essere accettati. Paura di non essere più capaci di uscire da certi pantani nei quali ci siamo infognati. Paura che sia inutile impegnarsi. Paura che, tanto, il mondo non possiamo cambiarlo noi. Paura che ormai i giochi siano fatti. Paura di non trovare lavoro.
Quante paure!

Ebbene, di fronte a questo quadro così allucinante di paure umane, che cosa ci dice il Signore? Intinge anche Lui il pennello nei barattoli neri dello scoraggiamento per aiutarci a dipingere questa nuova, tragica tela di Guernica?
Certamente no. Non é così.
Anzi, il vangelo di oggi é proprio il vangelo dell'antipaura. Sì, perché il Signore rivolge a ciascuno di noi la stessa esortazione che l'angelo rivolse alla Vergine nell'Avvento dell'Attesa; "Non temere, Maria".
Non aver paura, Chiesa.
Vedete; paura ha la stessa radice di pavimento. Viene dal latino "pavère". "Pavire" significa; battere il terreno per allivellarlo. Anche terrore ha la stessa radice di terra.
Paura, quindi, é la conseguenza dell'essere battuto, appiattito, allivellato, calpestato.
Ora, che cosa mi dice il Signore di fronte a queste paure; rimani lì steso sul pavimento? rimani appiattito, atterrato? No! Mi dice la stessa cosa che ha detto a Maria; "non temere". E adopera due verbi bellissimi; alzatevi e levate il capo.
Sono i due verbi dell'antipaura. Sono i due verbi dell'Avvento. Sono le due luci che ci devono accompagnare nel cammino che porta al Natale.
Alzarsi significa credere che il Signore é venuto sulla terra duemila anni fa, proprio per aiutarci a vincere la rassegnazione.
Alzarsi significa riconoscere che se le nostre braccia si sono fatte troppo corte per abbracciare tutta intera la speranza del mondo, il Signore ci presta le sue.
E levare il capo che cosa significa?
Fare un colpo di testa. Reagire. Muoversi.
Essere convinti che il Signore viene ogni giorno, ogni momento nel qui nell'ora della storia,. viene come ospite velato. E, quindi, saperlo riconoscere nei poveri, negli ultimi, nei sofferenti.
Significa in definitiva; allargare lo spessore della carità.
Don Tonino da "Sui sentieri di Isaia"


 
CANTICO DEI REDENTI (Is 12)

Il Signore è la mia salvezza
e con lui non temo più,
perché ho nel cuore la certezza:
la salvezza è qui con me.


1. Ti lodo, Signore, perché
un giorno eri lontano da me,
ora invece sei tornato
e m i hai preso con te.

2. Berrete con gioia alle fonti,
alle fonti della salvezza
e quel giorno voi direte:
"Lodate il Signore, invocate il suo nome".

3. Fate conoscere ai popoli
tutto quello che lui ha compiuto
e ricordino per sempre,
ricordino sempre che il suo nome è grande.

4. Cantate a chi ha fatto grandezze
e sia fatto sapere nel mondo;
grida forte la tua gioia,
abitante di Sion, perché grande
con te è il Signore.

riflessione e testimonianza di
don ALBINO BIZZOTTO

PREGHIERA DEI FEDELI

"Aiutaci, o Signore, a portare avanti nel mondo e dentro di noi la tua Resurrezione. Donaci la forza di frantumare tutte le tombe in cui la prepotenza, l'ingiustizia, la ricchezza, l'egoismo, il peccato, la solitudine, la malattia. il tradimento, la miseria, l'indifferenza hanno murato gli uomini vivi. Metti una grande speranza nel cuore degli uomini, specialmente di chi piange."

Ripetiamo insieme cantando:
Kyrie - Christe

Kyrie - Christe

 

altre intenzioni di libere

PADRE NOSTRO

TONINO E LA DEVOZIONE A MARIA

Particolare risalto ha avuto la devozione mariana di Don Tonino che era particolarmente affascinato dalla figura di Maria, tanto da dedicarle una lunga serie di poesie e Maria diventa così di volta in volta "Donna senza retorica", "Donna accogliente", "Donna coraggiosa" , "Donna dei nostri giorni" e "Donna di parte".

MARIA DONNA DI PARTE

Ora tutti insieme reciteremo la prima parte dell’Ave Maria, mentre un solista leggerà la seconda parte composta da don Tonino. Concluse le tre ave Maria recitate in questo modo particolare la quarta ed ultima la reciteremo tutti insieme per intero.

MARIA. DONNA DI PARTE

AVE o MARIAMaria donna di parte
Santa Maria, donna di parte, come siamo distanti dalla tua logica! Tu ti sei fidata di Dio e, come Lui, hai scommesso tutto sui poveri, affiancandoti a loro e facendo .della povertà l'indicatore più chiaro del tuo abbandono totale in Lui il quale "ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti; ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti. ha scelto ciò che nel mondo è ignobi1e e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono". Noi, invece, andiamo più sul sicuro. Non ce la sentiamo di rischiare. Ci vogliamo garantire dagli imprevisti. Sarà pure giusto lo stile aIeatorio del Signore, ma intanto preferiamo la praticità terra terra dei nostri programmi. Sicché, pur declamando con la bocca i paradossi di Dio, continuiamo a fare assegnamento sulla forza e sul prestigio, sul denaro e. sull'astuzia, sul successo e sul potere.
Quando ci decideremo, sul tuo esempio, a fare scelte umanamente perdenti, nella convinzione che solo passando dalla tua sponda potremo redimerci e redimere?
AVE O MARIA - Santa Maria, donna di parte, tienici lontani dalla tentazione di servire a due padroni. Obbligaci a uscire allo scoperto. Non farci essere così incauti da voler sperimentare impossibili conciliazioni degli opposti. Preservaci dal sacrilegio di legittimare, per un malinteso senso dell'universalità cristiana, le violenze consumate a danno degli oppressi. Quando,  per non dispiacere ai potenti o per paura di alienarcene i favori, pratichiamo sconti sul prezzo della verità, coprici il volto di rossore. Liberaci dall'indifferenza di fronte alle ingiustizie e a chi le compie. Ma donaci la tolleranza. Che è un'attitudine sperimentabile solo se si sta dalla parte dove ti sei messa tu. Perché, in fondo, anche noi siamo di parte. Ma i recinti che ci racchiudono trasudano scomuniche, sanno di setta, sono privi di attese, e non hanno profumi di liberazioni imminenti.
AVE O MARIA - Santa Maria, donna di parte, noi ti preghiamo per la Chiesa di Dio, che, a differenza di te, fa ancora tanta fatica ad allinearsi coraggiosamente con i poveri. In teoria essa dichiara "l'opzione preferenziale" in loro favore. Ma in pratica rimane spesso sedotta dalle manovre accaparratrici dei potenti. Nelle formulazioni dei suoi progetti pastorali decide di "partire dagli ultimi". Ma nei percorsi concreti dei suoi itinerari si mantiene prudenzialmente al coperto, andando a braccetto coi primi.
Aiutala a uscire dalla sua pavida neutralità. Dalle la fierezza di riscoprirsi coscienza critica delle strutture di peccato che schiacciano gli indifesi e respingono a quote subumane i due terzi del mondo. Ispirale accenti di fiducia. E mettile sulle labbra le cadenze eversive del Magmficat, di, cui, talvolta, sembra che abbia smarrito gli accordi.
Solo così potrà dare testimonianza viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace. E gli uomini si apriranno ancora una volta alla speranza di un mondo nuovo. Come avvenne quel giorno di duemila anni fa. Sui monti di Giuda.

AVE O MARIA
+ don Tonino, VESCOVO

SERVO PER AMORE

Una notte di sudore
sulla barca in mezzo al mare
e mentre il cielo si imbianca già
tu guardi le tue reti vuote.
Ma la voce che ti chiama
un altro mare ti mostrerà
e sulle rive di ogni cuore
le tue reti getterai

Rit.: Offri fa vita tua
        come Maria ai piedi della croce
        e sarai servo di ogni uomo,
        servo per amore,
        sacerdote dell'umanità

Avanzavi nel silenzio
fra le lacrime e speravi
che il seme sparso davanti a te
cadesse sulla buona terra.
Ora il cuore tuo è in festa
perché il grano biondeggia ormai.
è maturato sotto il sole,
puoi riporlo nei granai.

S. O DIO CHE HAI DATO A DON TONINO LA GRAZIA DI CONFORMARE LA SUA VITA AL MISTERO CHE CELEBRAVA, PER LA POTENZA DEL TUO SPIRITO TRASFORMA ANCHE NOI E DONA ALLA TUA CHIESA IL CORAGGIO PER DIVENIRE SEMPRE PIU' OPERATRICE DI GIUSTIZIA E DI PACE; PER CRISTO NOSTRO SIGNORE

  • Benedizione

fpt081996Dio Padre, che in Cristo, per mezzo dello Spirito, fa' nuove tutte le cose, accompagni il ritorno alle vostre case con la pienezza delle sue benedizioni e vi conceda di essere servitori fedeli della sua pace e del suo amore.
A. Amen.
S. E la benedizione di Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo
discenda su di voi e con voi rimanga sempre.
A. Amen.

  • Congedo

S. La gioia del Signore sia la nostra forza.
    Andate in pace.
A. Rendiamo grazie a Dio.

 

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