| Riflessione 
					conclusiva dell’arcivescovo di Bologna,Matteo Zuppi Ricordiamo Joseph Mayr Nusser  e  altri 
					uomini che hanno dato testimonianza per il Vangelo , di quel 
					Vangelo che è più forte dell’idolatria, che ci rende capaci 
					di affrontare il male, di conoscerlo, di non optare per i 
					tanti modi in cui noi cerchiamo di salvare noi stessi. A un suo commilitone Joseph disse ‘se 
					nessuno ha il coraggio di dire loro che non è d’accordo,non 
					cambierà niente’. La testimonianza ha valore in sé, certe 
					volte rischiamo di voler misurare la testimonianza con la 
					sua efficacia,con i risultati. La sua testimonianza ha 
					valore in sé, per tutti, anche per coloro che aderivano a 
					quelle visioni nazionalsocialiste,visioni pagane.  La sua testimonianza è quella di un 
					martire della coscienza, di qualcuno che in maniera 
					‘ordinaria’ ci dimostra cosa vuol dire essere cristiani. 
					Quanto è vero ,come diceva papa Benedetto, che ‘chi si 
					inginocchia davanti al Signore non si inginocchia davanti a 
					dei pagani, e resta in piedi a tante idolatrie’. Chi ascolta 
					e segue il Signore è libero. La testimonianza di Joseph ci 
					aiuta a scegliere, a prendere il Signore sul serio,a non 
					vivere in maniera intimistica e privata la nostra sequela 
					del Signore,ma a sapersi dissociare dai tanti mali in cui il 
					male soffoca la vita, con la condiscendenza di tanti. Joseph riconosceva il buio,come abbiamo 
					visto, ed è nel buio che dobbiamo dare testimonianza. La sua 
					forza è quella di ascoltare e vivere il Vangelo, in un 
					rapporto strettissimo con la Parola ed un grande amore per i 
					poveri . La sua testimonianza,che poteva 
					apparire velleitaria,ha reso forti gli altri. Quella sua 
					testimonianza era l’inizio della fine della notte era la 
					stella del mattino, in un buio nel quale sembrava 
					impossibile vedere una speranza. Sono da rileggere le sue 
					parole sulla speranza, siamo chiamati continuamente ad 
					essere uomini di speranza,a ‘rendere sempre ragione della 
					speranza che è in noi’,e non dobbiamo perdere la speranza e 
					perderci d’animo neanche nelle situazioni più dure. 
					Certamente noi non siamo messi di fronte a quel sistema di 
					morte,a quel paganesimo che era il nazionalsocialismo. Mayr 
					Nusser in un discorso del 1936 scriveva ‘una stufa che non 
					ha da ardere non potrà riscaldare l’ambiente circostante.  
					Allo stesso modo un cattolico che predica il vangelo ma è 
					ben lontano dal produrre una vita ispirata agli stessi 
					ideali,non solo non avrà alcun successo , ma darà scandalo’. 
					Dobbiamo prendere anche noi quella legna in modo che quella 
					stufa possa dare calore. Joseph rifiuta la logica etnica, i 
					concetti di sangue e suolo,il nazionalismo esasperato,il 
					cieco affidarsi delle masse al leader,che diventa un 
					idolo,un vero paganesimo. Oggi c’è un altro idolo,per certi 
					versi più pericoloso,perché meno appariscente. “Io sono cattolico,la mia fede e la mia 
					coscienza non mi consentono di giurare ad Hitler in nome di 
					Dio”.Questo è essere testimoni,fedeli nell’amore fino alla 
					morte. Joseph era una persona che amava la 
					vita,e proprio perché amava la vita affronta il male,non è 
					uno che disprezza la terra,ma proprio perché ama la terra 
					affronta colui che sfrutta l’uomo e lo rende contro il 
					progetto di Dio. Il suo morire è l’atto con cui consegna la 
					vita non contro un altro ma perché si interrompa la 
					violenza. Così l’amore è più forte dell’odio. Ringraziamo 
					per i tantissimi martiri che ci insegnano e ci aiutano ad 
					essere uomini di speranza. Penso a tante chiese, a tanti 
					cristiani soprattutto in oriente,che per la loro fede sono 
					minacciati,che sopportano sofferenze fisiche perché 
					discepoli di Gesù. Martiri che hanno confessato che l’amore 
					di Cristo rende forti i deboli,che ci aspettano e ci 
					stimolano a dare anche noi la nostra testimonianza.   |