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Gruppo Narciso e Boccadoro – Rimini Comunità Valdese di Rimini e diaspora

Veglia di preghiera in memoria delle vittime dell’omofobia
Rimini, 28 giugno 2007 ore 21

Introduzione musicale
(J.S.Bach, Mattäus Passion, corale “Wir setzen uns mit tränen nieder”)
Ci inginocchiamo con lacrime
e ti gridiamo nella tomba:
Riposa sereno, sereno riposa!
Riposate, voi, membra esauste! Riposate serene, riposate bene!
La vostra tomba e lapide dovrà essere per la coscienza inquieta
un comodo cuscino per riposare e per l’anima luogo di riposo.
Riposa sereno, riposa bene! In sommo diletto ora si assopiscono gli occhi.

Saluto del pastore

Premessa introduttoria

1
Una recente risoluzione del Parlamento Europeo recita: “ Il Parlamento condanna i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi verso gli omosessuali. Nel chiedere di vietare questo tipo di discriminazione in tutti i settori, sollecita la Commissione a promuovere azioni giudiziarie contro gli Stati membri in caso di violazione. Invitando gli Stati dell’Unione Europea a riconoscere le coppie dello stesso sesso, è chiesta la depenalizzazione mondiale dell’omosessualità…”.
Questa risoluzione del parlamento europeo è ancora lontana dall’essere pienamente attuata persino nei paesi dell’Unione. Inoltre l’omosessualità è ancora perseguitata in molti paesi del mondo e tanti omosessuali sono le vittime di atti violenti.

Ester 3:8-9.11
Poi Aman andò a parlare con il re e gli disse: «C’è un popolo, disperso tra gli altri popoli in ogni provincia del tuo impero, che vive separato dagli altri, a modo suo. Ha leggi diverse e, per di più, non osserva la tua. Non ti conviene lasciarlo vivere in pace. Se sei del mio parere, da’ ordine scritto che sia sterminato e io verserò ai funzionari dell’amministrazione trecentoquaranta tonnellate d’argento per il tesoro reale».
Il re disse ad Aman: «Quel denaro è nelle tue mani e quel popolo in tuo potere: fanne quel che vuoi».

1 minuto di silenzio

2
I rapporti omosessuali portano ufficialmente alla pena di morte in sette nazioni islamiche: Arabia Saudita, Iran, Mauritania, Sudan, Somalia, Somaliland e Yemen. In molte nazioni musulmane, come il Bahrain, il Qatar, l’Algeria e le Maldive, l’omosessualità è punita con il carcere, con pene pecuniarie, o pene corporali.
Si chiamavano Mahmoud Asgari e Ayaz Marhoni. La loro colpa? Erano innamorati. L’uno dell’altro. Tutto qui. Già, avevano una relazione omosessuale… Il 19 luglio 2005 a Mashad, nel nordest dell’Iran le autorità li hanno impiccati in Piazza della Giustizia. Avevano 16 e 18 anni, colpevoli di amarsi e di essere omosessuali. Prima di essere impiccati avevano già scontato 14 mesi di prigione e avevano ricevuto 228 frustate a testa. Negli ultimi 25 anni in Iran sono state uccise oltre 4.000 persone tra gay e lesbiche.

1 minuto di silenzio

3
Pierre Seel, francese omosessuale deportato nel campo di concentramento nazista di Schirmeck, vicino a Strasburgo, ci ha lasciato la seguente testimonianza.
«Un giorno gli altoparlanti ci ordinarono di presentarci immediatamente all’appello. Urla e grida ci spingevano là senza indugi. Circondati dalle SS, ho pensato stessero per picchiarci per l’ennesima volta; ma la prova in effetti era peggiore: un’esecuzione. Portarono un giovane al centro del quadrato.
Inorridito ho riconosciuto Jo, il ragazzo che amavo, appena diciottenne. Le SS gli strappavano i vestiti lasciandolo nudo e ficcandogli un secchio in testa. Poi gli hanno aizzato contro i loro feroci pastori tedeschi… le sue grida di dolore erano distorte e amplificate dal secchio in testa. Ho pregato perché la morte del mio amore potesse essere una morte rapida.»

1 minuto di silenzio

4
Anche nell’Unione Sovietica a partire dagli anni venti gli omosessuali non erano tollerati, basta citare il caso di Georgij Cicerin, omosessuale, che ricoprendo un’alta posizione nella gerarchia del Partito ai tempi di Lenin, fece di tutto per nascondere la sua omosessualità. Ma non passarono molti anni che, con l’avvento di Stalin, Cicerin fu esonerato dai suoi uffici per “ragioni di salute”. Le memorie di un suo cugino, pubblicate in occidente rilevarono che la malattia in questione altro non era che la sua omosessualità su cui pesavano pesanti pregiudizi.
Questi pregiudizi furono da Stalin codificati nell’incriminazione ufficiale delle pratiche omosessuali con le leggi approvate nel 1933. A migliaia perirono nei gulag staliniani non importa se fossero stati anche militanti comunisti o funzionari di Partito; dobbiamo capire che l’attuale virulenta omofobia della società russa putiniana, e i problemi particolari che gli omosessuali affrontano oggi affondano in quel periodo di mancanza di libertà.

1 minuto di silenzio

Memorie di omicidi

F.De’André – I.Fossati, “Una storia sbagliata” (dedicato a Pier Paolo Pasolini)

Mattew Shepard

Matthew Shepard si era iscritto a Scienze politiche all’Università del Wyoming ed era uno studente universitario di 21 anni come tanti. Matthew era gay. La notte tra il 6 e il 7 ottobre del 1998 Matthew ebbe un passaggio per tornare a casa da due coetanei incontrati in un bar. Matthew però venne condotto dai due in un luogo isolato, picchiato selvaggiamente, torturato, legato a una staccionata e lasciato morire lì.
La polizia arrestò i colpevoli poco dopo, trovando l'arma insanguinata, le scarpe e la carta di credito della vittima nel loro camion. Al processo gli avvocati dimostrarono che Matthew venne torturato e ucciso esclusivamente a causa dell’odio degli assassini per l’orientamento sessuale della vittima. Poiché in Wyoming è tuttora prevista la pena di morte per l’omicidio volontario, i genitori di Matthew rivolsero alla giuria un appello alla clemenza che fruttò agli assassini due condanne all’ergastolo senza possibilità di essere rilasciati anticipatamente per buona condotta. I genitori di Shepard, riferendosi a uno degli imputati, dichiararono «anche se è difficile farlo», «è il momento di mostrare misericordia verso colui che ha rifiutato di mostrare misericordia. [...]
[Chiediamo che gli sia risparmiata] la vita in memoria di uno che non vive più».

Paolo Seganti

Paolo Seganti, attore romano di 35 anni assassinato a Roma nella notte del 10 luglio 2005.
Ucciso in un parco di periferia, mentre urlava disperatamente aiuto facendosi sentire dalla gente dei palazzi vicini che stava in casa con le finestre aperte per il caldo.
Qualcuno ha avvisato la polizia e qualcun altro i carabinieri, ma le pattuglie intervenute non hanno notato niente di strano e se ne sono andate.
Poi si è sentito di nuovo urlare e poi più nulla.

Manuela Di Cesare

Il 22 aprile scorso è stata uccisa a Pescara, dove abitava, Manuela Di Cesare, transessuale di 38 anni. È stata uccisa da un colpo alla testa mentre si trovava in casa, presumibilmente in compagnia di una persona conosciuta, per la quale stava preparando un caffè che non è mai stato consumato. Manuela, che si prostituiva, per questo motivo è stata trattata da morta come un piccante fenomeno da rotocalco.

Genesi 4:5b-10
Caino si irritò e rimase col volto abbattuto. Il Signore disse: «Perché ti sei abbattuto? Perché sei tanto scuro in volto? Se agisci bene il tuo volto tornerà sereno, se no, il peccato, che sta accovacciato alla tua porta, vorrà prendere il sopravvento su di te. Ma tu devi dominarlo». Un giorno, mentre Caino e Abele stavano parlando insieme nei campi, Caino si scagliò contro Abele suo fratello e lo uccise. Il Signore chiese a Caino: «Dov’è tuo fratello?» «Non so – rispose Caino – Sono forse io il custode di mio fratello?» «Ma che hai fatto? – riprese il Signore – Dalla terra il sangue di tuo fratello mi chiede giustizia.

1 minuto di silenzio

Orazione

Memorie di suicidi

F.De’André, “Preghiera in gennaio”

Alfredo Ormando

Alfredo Ormando, che la mattina del 13 gennaio 1998 si diede fuoco in Piazza San Pietro e morì poi dopo dieci giorni d’atroci sofferenze.
Ecco il testo di una sua lettera poco prima della sua morte:
Carissimo (amico),
scrivo un’altra lettera ad uso e consumo dei posteri…
Ho deciso di farla finita con la vita, ogni illusione di riscattarmi attraverso i miei scritti è crollata. Sono stufo di vedermi isolato, emarginato. Che vale vivere quando non si è amati e rispettati? Ho l'amore materno e quello di «Y» è vero, ma ciò non copre l'ostracismo della gente e persino dei familiari. È troppo, non riesco più a trovare un motivo valido per dare un senso alla mia vita, magari un appiglio tenue, banale... Mi sento un appestato, un lebbroso con i suoi campanelli legati ai piedi per avvisare la gente di stare lontana da me.
Mi chiedo se un uomo già morto può essere considerato un suicida...
Perché devo vivere? Non trovo una sola ragione perché io debba continuare questo supplizio...
Sto meditando di trascorrere il Natale a Palermo con la mamma e «Y», a gennaio di andare a Roma e di darmi fuoco a Piazza San Pietro ... ma sarò ancora di questo parere?
Eppure ci sono meno di due mesi, finalmente potrò cominciare a vivere, perché morire è vivere ...
Quei pochi minuti di sofferenza saranno ripagati con la cessazione di tutti i dispiaceri, di tutti i dissapori. Nell'aldilà a nessuno farò drizzare i capelli ed arricciare il nasino perché sono un omosessuale. Non capisco perché alla gente preme molto ricordarmi che sono gay. Io lo so che sono gay ed ho una buona memoria ed una buona conoscenza di me. Perché allora ripetermi e ribadirmi che sono un finocchio?
Non capisco questo accanimento contro di me. Non svio nessuno dalla retta via dell'eterosessualità. Chi viene a letto con me è maturo, adulto, consenziente e omosessuale o bisessuale.

Matteo

La signora Priscilla non riesce a darsi pace per la morte del figlio sedicenne: martedì scorso si è tolto la vita gettandosi dalla finestra della sua abitazione, al quarto piano di un'abitazione di Torino. Piange spiegando che suo figlio Matteo non sopportava più di sentirsi emarginato e insultato dai compagni di scuola che continuavano a ripetergli "sei gay, ti piacciono i ragazzi". Ne aveva anche parlato con la preside, ma non era cambiato nulla.

Matteo 5:21-24
«Sapete che nella Bibbia è stato detto ai nostri padri: Non uccidere. Chi ucciderà un altro, sarà portato davanti al giudice. Ma io vi dico: anche se uno va in collera contro suo fratello sarà portato davanti al giudice. E chi dice a suo fratello: “Sei un cretino” sarà portato di fronte al tribunale superiore. Chi gli dice: “Traditore” può essere condannato al fuoco dell’inferno. Perciò, se stai portando la tua offerta all’altare di Dio e ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì l’offerta davanti all’altare e vai a far pace con tuo fratello; poi torna e presenta la tua offerta.

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Orazione

Memorie di aggressioni

“Più presso a te” (Inno n°316 su Gv 14:27)

Paolo Ferigo

La sera del 15 maggio di quest’anno Paolo Ferigo, presidente dell’Arcigay milanese, si trovava in pizzeria con altre sette persone. Dopo aver sopportato per tutta la cena le pesanti battutine di scherno di due uomini del tavolo accanto, Paolo ha avuto il coraggio di voltarsi e guardare in faccia chi lo derideva, scatenando la reazione manesca di uno dei due, che lo assalito a pugni, schiaffi e insulti. Nel locale, a parte gli amici di Paolo, nessuno ha reagito in sua difesa. Quando sono arrivati i carabinieri, i due aggressori si erano già dileguati.

Albanese Pesaro

Pesaro 17 settembre 2006 – Picchiato a sangue e minacciato di morte da tre zii, fratelli del padre, che non sopportavano l’onta di un parente dichiaratamente gay. I genitori del ragazzo albanese sono rimasti nel loro paese, a Pesaro il giovane viveva con i tre zii. Ma i parenti lo avevano più volte rimproverato per le sue preferenze sessuali, e alla fine l’hanno sottoposto a quella che a loro avviso doveva risultare una punizione esemplare o almeno una efficace “cura”: percosse e minacce verbali, nella speranza di “redimerlo”.

Paola

«Le donne della Versilia sono forti come il marmo. Ho cercato di essere forte quando a 13 anni mi piacevano le donne. Ero attratta da due professoresse, quella di ginnastica e la collega di religione. Avevano i capelli biondi e gli occhi azzurri. Ho capito che in famiglia dovevo tacere. Ho cercato di essere forte quando mi hanno stuprata dicendomi: “Brutta lesbica, ora tocca a te”.»
Paola, nome di fantasia, è una donna omosessuale di 35 anni. Il 18 agosto dello scorso anno è stata aggredita e violentata a Marina di Torre del Lago vicino a un locale frequentato da donne lesbiche. Erano due ragazzi italiani. Alla giornalista Delia Vaccarello ha confessato:
«Ho capito che questo marmo di cui siamo fatte è ricco di venature, di sfumature di sentimento, di cura. Per tre anni ho lavorato il marmo. In laboratorio arrivavano i blocchi grezzi e io li trasformavo in lastre levigate.
Tornavo a casa e continuavo. Facevo i mosaici, inserivo nelle superfici una luna, un sole. La pietra diventava per quella sera il mio cielo. Imparavo l'arte della forza e del coraggio. In questi anni, ho levigato tante parti di me per evitare che i pregiudizi e i rifiuti mi indurissero. Quando mi hanno stuprata, in pineta a Torre del Lago, due settimane fa, sono ritornata un blocco grezzo di pietra, dura. Da lavorare di nuovo. Non immaginavo che i giovani potessero essere così violenti. Ora non posso più vedere i maschi etero. Mi fanno schifo.
Le notti mi sveglio e sento le mani ruvide del violentatore afferrarmi da dietro.
Torna la sua voce. L’offesa. Non so se riuscirò a cancellare quest’impressione.
Vorrei che la mia anima diventasse di nuovo liscia, pronta ad accogliere la luna e il sole.».

Salmo 9:10-15
Il Signore è un rifugio per l’oppresso,
luogo sicuro in tempi di angoscia.
Chi ti conosce ha fiducia in te, Signore:
tu non abbandoni chi ti cerca.

Celebrate Dio, Signore di Sion,
proclamate tra i popoli le sue meraviglie.
Dio chiede conto del sangue versato,
non dimentica il grido degli oppressi.

Mostrami la tua bontà, Signore, e guarda
come mi hanno ridotto quelli che mi odiano;
non farmi giungere alla porta della morte.
Guidami alla porta di Sion:
là canterò le tue lodi,
con gioia griderò che tu mi hai liberato.

1 minuto di silenzio

Orazione

Pausa musicale – Inno 339 “Veglia al Mattino” (Sibelius)
Veglia al mattino ancor che un cielo puro
sembri annunziare calmo il dì seren.
Può il tuo orizzonte diventare oscuro,
e la tempesta sorge in un balen.
Veglia al mattin, la sera veglia ancora,
sì veglia ognora, prega e sii fedel!

Preghiere spontanee dal proprio posto

Da recitare coralmente:

Padre nostro che sei in cielo,
fa’ che tutti riconoscano te come Padre,
che il tuo regno venga,
che la tua volontà si compia
anche in terra come in cielo.
Dacci oggi il nostro pane necessario.
Perdona le nostre offese
come anche noi perdoniamo a chi ci ha offeso.
Fa’ che non cadiamo nella tentazione,
ma liberaci dal Male
Tuo è il Regno, tua la potenza e la gloria nei secoli.

Il Signore ti benedica e ti protegga!
Il Signore faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio!
Il Signore rivolga verso di te il suo volto e ti dia la pace!
 

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