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29 SETTEMBRE 2002: 
2ª VEGLIA DI PREGHIERA IN MEMORIA DEI MARTIRI DI MONTE SOLE

Con questa veglia vogliamo ricordare le vittime, pregare per la loro pace e pregare per noi affinchè, con la grazia dello Spirito Santo, possiamo impegnarci per un mondo migliore

29 Settembre 2002: Volantino della 2ª veglia di preghiera in memoria dei martiri di Monte Sole

 

Canto iniziale: Beato l’uomo

Rit.       Beato l’uomo che retto procede  e non entra a consiglio con gli empi,
             e non va per la via dei peccatori, nel convegno dei tristi non siede.

Nella legge del Signore ha riposto la sua gioia; se l’è scritta sulle porte e la medita di giorno e di notte.
Rit. 
E sarà come l’albero che è piantato sulle rive del fiume che dà frutto alla sua stagione né una foglia a terra cade.
Rit. 
Non sarà così per chi ama il male, la sua via andrà in rovina; il giudizio dei Signore è già fatto su di lui.
Rit. 
Ma i tuoi occhi, o Signore, stanno sopra il mio cammino: me l’hai detto, sono sicuro, non potrai scordarti di me.  

 

- IL RISVEGLIO DI MONTE SOLE

Salmo 16 (15)

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto a Dio: “Sei tu il mio Signore,
senza di te non ho alcun bene”.

Per i santi, che sono sulla terra,
uomini nobili, è tutto il mio amore.
Si affrettino altri a costruire idoli:
io non spanderò le loro libazioni di sangue
né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi,
è magnifica la mia eredità.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio cuore mi istruisce.
Io pongo sempre innanzi a me il Signore,
sta alla mia destra, non posso vacillare.

Di questo gioisce il mio cuore,
esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro,
né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

 

Da “Le Querce di Monte Sole”

I sacerdoti
   
In aiuto ai vecchi parroci pieni di anni e di malanni l'arcivescovo Nasalli Rocca, che più volte aveva visitato Monte Sole, mandò due giovanissimi collaboratori: don Ferdinando Casagrande  e don Gíovanni Fornasiní.
   
[…] Il primo a mettere piede quassù fu don Casagrande, il 5 agosto 1938. Con lui si apre il capitolo dei pastori martiri di Monte Sole. Meteore della carità. Il loro sangue era nel conto della prima Messa.
   
[…] Sono sacerdoti secolari ordinati, come si dice, titulo pauper­tatis seu servitío dioecesis: volgarmente il «diritto della sporta». Appena freschi del crísma, e quindi senza lo spessore di esperienza di cui potevano disporre i colleghi anziani maturati nel periodo antecedente la dittatura fascista, si trovarono in mezzo a tensioni oltre ogni limite di sopportabilità.
   
Erano andati sul campo di lavoro come bastoni della vecchiaia; ma ben presto, ancor prima del congedo dei vecchi par­roci, diventarono loro i protagonisti.
   
[…] Don Ferdinando, don Giovanni e don Ubaldo, ultimo aggre­gato alla giovane schiera, seppero unire lo spirito di profezia a un'insolita concretezza. E fu il frutto della volontà e della grazia.
    Fra tutte le aree di questa topografia dell'Ecclesia patiens, Monte Sole rappresenta il punto culminante; e i nostri tre giova­ni preti si comportano in modo esemplare, come teleguídati dallo Spirito; ciascuno con un segno specifico e una sua luce. Don Giovanni fu l'angelo nel senso biblico, pronto per ogni emergenza, sempre e dovunque; don Ubaldo la sentinella di Dio sulla cima del monte; don Ferdinando un amico e un fratello per tutti.

 

Salmo 22 (21);17,19 (i versetti del salmo vengono alternati dal canone "Confitemini Domino")

Un branco di cani mi circonda,
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi,
posso contare tutte le mie ossa.

Essi mi guardano, mi osservano:
si dividono le mie vesti,
sul mio vestito gettano la sorte. 

Gloria al Padre, al Figlio
e allo Spirito Santo

Come era in principio
ed ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen

Da “Le Querce di Monte Sole”
29 settembre-5 ottobre 1944: la furia sanguinaria delle SS decide lo sterminio dei contadini di Monte Sole per colpire la brigata partigiana Stella Rossa. 800 persone vengono sacrificate. Tra essi muoiono i tre preti, il dehoniano p. Martino Capelli e il salesiano p. Elia Comini; non hanno voluto abbandonare le comunità a loro affidate.

Casaglia
Elide Ruggeri racconta:
Ci fecero uscire e formarono una lunga colonna; fummo avviati con le armi puntate ai fianchi verso il cimitero a duecento metri di distanza. Era recintato e la porta di ferro chiusa. La sfondarono coi calci dei fucili e ci fecero entrare tutti nel recinto e noi ci addossammo in mucchio contro la cappella. Poi piazzarono una mitragliatrice all’ingresso e cominciarono a sparare, mirando in basso per colpire i bambini, mentre dall’esterno cominciarono a lanciare su di noi decine di bombe a mano. Durò per tre quarti d’ora circa, e smisero solo quando finì l’ultimo lamento.

Cerpiano
Dal memoriale di Antonietta Benni:
A Cerpiano quel tragico venerdì 29 settembre don Marchioni era atteso per celebrare la Santa Messa nell’oratorio dedicato all’Angelo Custode. Ma la paura più folle aveva invaso tutti poiché i tedeschi stavano per arrivare. […] Arrivano i tedeschi. Fanno salire queste 49 persone dalla cantina alla cappella attigua al «Palazzo»: sono 20 bambini, due vecchi quasi invalidi e 27 donne fra le quali tre maestre. Chiudono accuratamente le porte e poi… comincia il getto fatale delle bombe a mano. Sono le nove del mattino e 30 vittime sono immolate. 

 

Silenzio

 

- PURIFICAZIONE DELLA MEMORIA

 

Da “La purificazione della memoria” – introduzione di mons. Nogaro

Ma l’oblio delle vittime è il depauperamento più grave dell’uma­nità. Le vittime della violenza e dell’ingiustizia hanno un ruolo fonda­mentale nella storia umana. E' grazie al sacrificio dell’innocente che il valore prende corpo e riesce ad affermarsi.
La tolleranza non proviene certamente dalle argomentazioni dei filosofi, ma dalle vittime dell’intolleranza.
La libertà non viene dalle leggi, ma dalle vittime dell’oppressione. Sono esse che fanno sentire il valore inderogabile dell’essere libero. Non i tribunali fanno la giustizia, ma le vittime dell’ingiustizia. Con il loro sacrificio le vittime fanno trionfare quel valore per cui sono ca­dute. Sono le vittime che costruiscono la vera storia umana.
Non ricordarle significherebbe tentare una pacificazione che evita il dovere della verità e della fedeltà nella ricostruzione storica. Trascu­randole si commetterebbe un reato gravissimo di falsificazione della storia, ledendo, in tal modo, la stessa dignità dell’uomo.

 

Dalla lettera agli Ebrei 1;1,4
Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo. Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della maestà nell'alto dei cieli, ed è diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.

 

Da ”Le Querce di Monte Sole” introduzione di don Dossetti.
Ci resta da dire ciò che dovrebbero fare, in ogni caso, i cristiani — i singoli e le Chiese — alla luce di eventi come quelli di Monte Sole. Procederemo solo per accenni: perché ormai se ne parla da alcuni anni, anche se certamente c’è ancora molto da fare nel chiarimento dottrinale (storico, teologico ed esegetico) e ancora più nelle iniziative o negli orientamenti. pratici (dove regna ancora molta improvvisazione, sia pure ben intenzionata, ma non per questo meno confusa).
La prima cosa da fare, in modo molto risoluto, sistematico, profondo e vasto, e l’impegno per una lucida coscienza storica e perciò ricordare: rendere testimonianza in modo corretto degli eventi.
A tutti i livelli. Dalla pura ma rigorosa ricostruzione dei fatti, alla loro documentazione, rielaborazione e rimeditazione sul piano storico e sui piano politico, e finalmente su quello filosofico e teologico. Corona di tutto questo ricordare deve essere la memoria espressa, non occasionale ma costante, nella preghiera, individuale e comunitaria.
Non si deve pensare che ciò contrasti col tassativo dovere cristiano di perdonare e di avvolgere tutto, qualsiasi cosa, anche La più tremenda, in un’atmosfera viva e conseguente di vera pace cnstiana.
Elie Wiesel anche in questo può insegnarci. Egli per esempio non ha concordato col processo israeliano ad Eichmann, pur essendo ben convinto che Eichmann era colpevole, anzi l’incar­nazione del male. Ha visto Eichmann due volte: una alla stazione di Sighet mentre partiva il suo treno con gli altri ebrei deportati, e l’altra a Gerusalemme durante il processo. Eppure Wiesel dice di avere abbassato lo sguardo davanti ad Eichmann, perché ha sentito «paura di se stesso» e delle proprie potenze di male, della possibilità di divenire anche lui un carnefice, e ha sentito La colpevolezza di tutti fuorché dei morti: tutti quanti eravamo vivi allora e non siamo morti, per il fatto solo di essere vivi, abbiamo una certa misura di colpa. I morti solo sono innocenti.
Si sarà osservato che in queste pagine io mi sono dato cura il più possibile di non fare mai un nome delle persone colpevoli, morte o viventi che siano: appunto per La convinzione che a Monte Sole innocenti in assoluto siano stati solo gli uccisi e specialmente i bimbi.
Ma questo radicatissimo convincimento e lo stesso che mi fa dire che non le persone singole ma il sistema — ciò che impersonalmente ho sempre chiamato il III Reich — e le SS come il corpo scelto dei suoi sacrificatori specializzati, quelli sì biso­gna ricordarli. Bisogna studiarli, enuclearli, scoprirne sempre meglio le origini, Le occasioni, le implicazioni, i fatti, le procedure; per rendere sempre più evidenti e inconfutabili le responsabilità del sistema e per poterci sempre più convincere come e perché, e con quali complicità, anche nostre, esplicite o implicite, prossime e remote, coscienti e incoscienti, abbiano potuto verificarsi queste catastrofi umane.
Tutto questo non può turbare la pace, personale o comunitaria, ma è l’unica via autentica per fondarla ed edificarla stabilmente.

 

Silenzio

 

- ATTENZIONE ALLE NUOVE IDOLATRIE
Guardare il presente per fare emergere tutti gli aspetti di violenza in cui siamo immersi.

Rm. 8;31,36
Inno all'amore di Dio
Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica.  Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi? Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto:
"Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello".
Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.

 

Da ”Le Querce di Monte Sole” introduzione di don Dossetti.
In quarto luogo, occorre compiere una revisione rigorosa di tutto il proprio patrimonio culturale e specialmente religioso, purificandolo radicalmente da ogni infiltrazione emotiva e da ogni elemento spurio, che non attenga al nucleo essenziale della fede e che possa favorire anche solo in. maniera indiretta ritorni mate­rialistici o idealistici capaci di alimentare miti classisti, nazionali­sti, razzisti, ecc.
Questa revisione e già in corso nel seno delle Chiese cristiane, e specialmente nella Chiesa Cattolica dal Concilio Vaticano II in poi: ma e ancora inadeguatamente svolta e soprattutto insuffi­cientemente divulgata. E anzi in questi ultimi tempi, nonostante il Concilio, si può avere l’impressione che non poche Chiese locali, del vecchio e del nuovo mondo, rischino di ridursi a un piatto spirito nazionalistico, che non ha niente a che vedere con una autentica pluriformità propriamente ecclesiale e spirituale.

 

Da “La purificazione della memoria”
       
Se questi aspetti riguardano il passato, non meno urgente era l’ana­lisi che la TMA proponeva come esame di coscienza che la Chiesa deve fare sulla condizione del presente, condizione che impone ai cristiani di “porsi umilmente davanti al Signore per interrogarsi sulle responsabi­lità che anch’essi hanno nei confronti dei mali del nostro tempo”.
        E’ questo interrogarsi uno dei momenti più decisivi del senso profondo del Giubileo. E tra i mali del presente si chiedeva Gio­vanni Paolo II:
                   “come non provare dolore per il mancato discernimento, diventato 
                   talvolta perfino acquiescenza, di non pochi cristiani di fronte alla 
                   violazione di fondamentali diritti umani da parte di regimi totalitari? 
                   E non è forse da lamentare tra le ombre del presente, la corresponsabilità 
                   di tanti cristiani in gravi forme di ingiustizia e di emarginazione sociale?”.
        Sono parole queste che devono essere ascoltate con vigilante attenzione in grado di tradursi in capacità operante di comprensione della storia. Esse richiamano alla mente la condizione dello scandaloso squilibrio planetario e gli immensi scenari di morte della terra. Innanzitutto la storia dell’orrore bellico di questo secolo. Guerre senza precedenti per estensione geografica, letalità e coinvolgimento di non militari tra le vittime….
       
Sono le logiche delle guerre, anche quelle a “bassa intensità” e quelle non dichiarate, che producono e impongono quei bassifondi della storia in cui miliardi di esseri umani vivono nella disperazione, vittime dell’economia di morte del capitalismo liberista e della politica della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale che distruggono ogni futuro ratificando come assolute le leggi del mer­cato e come necessaria la condizione della schiavitù e la delocalizzazione in paesi impoveriti di quelle attività industriali altamente tossiche e pericolose come ha dimostrato, per esempio, l’immane ecatombe di Bhopal. […]
        Ma il prodotto più grave è il principio della irresponsabilità che guida decine di migliaia di scienziati a porre la propria intelligenza al servizio della realizzazione di sofisticate armi capaci di uccidere.[…] 
        Quel principio vorrebbe giustificare anche coloro che di quelle armi fanno lucroso e impunito commercio, come molti istituti bancari italiani che però non risparmiano beneficenze e donazioni purché ben pubblicizzate, o che quel commercio sostengono e promuovono come alcuni irresponsabili e cinici politici. 

articolo di Mosaico di Pace di giugno 2002
Si sono fatte imponenti marce della pace, senza capire che la vera questio­ne non sta nella pace, ma nei mezzi per conseguirla, che non possono essere che mezzi pacifici e non­violenti….
A Barbiana c’è una fonte limpida a cui attingere. E' la fonte della vita e della morte di Lorenzo Milani, della sua ricerca appassionata di coerenza evangelica, della sua scelta senza incertezze per il Vangelo della pace. Dobbiamo ascoltare anco­ra il silenzio di Barbiana, quella povertà, quella radi­calità evangelica, che sono uno straordinario dono di Dio per la sua Chiesa e il nostro Paese.
Barbiana indica la strada della povertà alla nostra Chiesa e della riforma morale al nostro Paese. indica che è nella piccolez­za che si possono fare cose grandi, che è nella debolezza che si diventa forti, che è nella pace evangelica che si distrugge alla radice la guerra, ogni guerra.
Milani ancora oggi ci consegna la sua “Lettera ai giudici”, per comprendere il tempo della guerra che stiamo vivendo. C’è un passaggio che è utile ricor­dare. Scrive Milani: “E infine affrontiamo il problema più cocente delle ultime guerre e di quelle future. Nella prima guerra mon­diale i morti furono 5% civili e 95% militari. . .. Nella seconda 48% civili e 52% militari   Sappiamo tutti che i generali studiano la strategia di oggi con l’unità di misura del megadeath (un milione di morti) dove con le armi attuali mirano direttamente ai civili e che si salveranno forse solo i militari. Che io sappia nes­sun teologo ammette che un soldato possa mirare direttamente (si può ormai dire esclusivamente) ai civili. Dunque in casi del gene­re il cristiano deve obiettare anche a costo della vita, io aggiungerei che a una guer­ra simile il cristiano non potrà partecipare nemmeno come cuciniere “.

Canto: Symbolum 77

Tu sei la mia vita altro io non ho,
Tu sei la mia strada la mia verità.
Nella tua parola io camminerò,
finché avrò respiro fino a quando tu vorrai.
Non avrò paura sai, se tu sei con me:
io ti prego resta con me.

Credo in te Signore nato da Maria
Figlio eterno e santo, uomo come noi.
Morto per amore vivo in mezzo a noi:
una cosa sola con il Padre e con i tuoi,
fino a quando - io lo so - tu ritornerai
per aprirci il regno di Dio.

 

- LA SPERANZA
Dalla presa di coscienza alla denuncia, all'opera rigeneratrice ispirata dalla Grazia di Dio e realizzata con azione nonviolenta.

segno: ognuno porta alla foto della pisside un lumino acceso
(durante il segno si canta il canone "Ubi Caritas")

Da “La purificazione della memoria”
Noi certo non siamo Cristo e non siamo chiamati a redimere il mondo con le nostre azioni e la nostra sofferenza; non dobbiamo proporci l’impossibile né angosciarci per non esserne all’altezza; non siamo il Signore, ma strumenti nelle mani del Signore della storia, e possiamo condividere realmente le sofferenze degli altri uomini solo in misura molto limitata. Noi non siamo Cristo, ma se vogliamo essere cristiani, dobbiamo condividere la sua grandezza di cuore nell’a­zione responsabile, che accetta liberamente l’ora e si espone al pericolo, e nell’autentica compassione che nasce non dalla paura, ma dall’amore liberatore e redentore di Cristo per tutti cobra che soffrono. (Dietrich Bonhoeffer)

 

Dal Vangelo di S. Giovanni 20;1,10
La tomba vuota
Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!”. Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.

 

Preghiere libere

 

Padre nostro

 

LITANIE DEI SANTI DI OGGI

Dio, Padre di tutti, abbi pietà di noi che fratelli non siamo.
Gesù Salvatore degli oppressi, abbi pietà di noi che non ci facciamo liberare.
Spirito Santo, che stai in mezzo a noi, abbi pietà di noi che non crediamo nella tua presenza.
Accogli Padre misericordioso quanti con la vita, donata nel martirio, hanno testimoniato l’amore alla giustizia, alla pace, alla dignità di ogni uomo nella verità, e che ora desideriamo invocare come modelli di vita e mediatori di grazie.

Bartolomè de Las Casas e Leonidas Proano, vescovi degli indios pregate per noi
Oscar Arnulfo Romero, vescovo e martire dell’America latina, prega per noi
Sergio Mendes Arceo, vescovo della solidarietà, prega per noi
Chico Mendes, sindacalista, martire deIl’Amazzonia prega per noi
Marianela Garcia, martire della giustizia e della pace, prega per noi
Lele Ramin, missionario, martire per i senza terra, prega per noi
Ignacio Ellacuria, gesuita, e piccola Celina, martiri del Centroamerica
pregate per noi
Steve Biko, giornalista e martire sudafricano, prega per noi

Mohandas Gandhi, Martin Luther King, Beato Giovanni XXIII,
Albert Schweitzer, testimoni della nonviolenza


pregate per noi

Leone Tolstoj, Maria Montessori, don Lorenzo Milani, Aldo Capitini,
Jean Goss, educatori nonviolenti


pregate per noi

Dietrich Bonhoeffer, Tani Latmiral, Dorothy Day e Bertha Von Sutter, testimoni della nonviolenza


pregate per noi
S. Massimiliano e Franz Jaegerstatter, primi martiri obiettori di coscienza
pregate per noi
Giorgio La Pira, Bentrand Russel, Olaf Palme, politici nonviolenti pregate per noi

Don Zeno Santin, don Primo Mazzolari, David Maria Turoldo, Carlo Carretto, Ernesto BaIducci, Sirio Politi, don Tonino Bello, testimoni della radicalità evangelica,     



pregate per noi
Aldo Moro, Vittorio Bachelet, Ezio Tarantella martiri del terrorismo pregate per noi
Piersanti Mattarella, Pio La Torre e Bonsignore, martiri del servizio politico
pregate per noi

Mauro Di Mauro, Walter Tobagi, Giancanlo Siani, Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Marcello Palmisano e tutti i giornalisti martiri della verità


pregate per noi

Ciaccio Montalto, Chinnici, Saetta, Livatino, Giovanni e Francesca Falcone, Borsellino, Terranova, martiri per la giustizia,


pregate per noi

Dalla Chiesa, Montana, Cassarà, Antiochia, Emanuela Loi e tutti i carabinieri e agenti uccisi dalle mafie,


pregate per noi
Libero Grassi, industniale, e Giordano, negoziante, martiri antiracket, pregate per noi
Don Pino Puglisi e don Peppe Diana, sacerdoti uccisi dalla mafia, pregate per noi
Donne maltrattate, violentate, uccise nelle case e in tutte le guerre, pregate per noi
Donne bosniache, somale, rwandesi, cecene, nostre sorelle, pregate per noi
Bambini delle guerre dimenticate, pregate per noi
Bambini dei vicoli di Napoli e Palermo, pregate per noi
Ninos de las calles, meninos de rua, bambini iracheni e jugoslavi pregate per noi

Bambini uccisi per le strade e dalle mafie,
ora precocemente diventati santissimi angeli di Dio,
vegliate sui nostri bambini perché siano domani uomini e donne migliori.




Amen.

 

Preghiera “Le querce di Monte Sole” (mons. Gherardi)

Si piegano le querce come salici    
sul cuore delle rocce a Monte Sole.

Hanno memoria le querce,
hanno memoria!

Memoria di sanguigne uve
pigiate in torchi amari                   
memoria di stermini e di paure       
memoria della scure
nel ventre delle madri.

Hanno memoria le querce,
hanno memoria!

Memoria di recinti profanati
memoria dell'agnello e 
del pastore crocifissi                              
tra reliquie di santi sull'altare.

Hanno memoria le querce,
hanno memoria!  

Memoria dell'inverno desolato  
memoria della bianca ostia di neve
e del kyrie degli angeli
sul corpo del profeta decollato

Ardono le querce
come il cero pasquale
sul candelabro della notte
a Monte Sole.

Cristo, Figlio del Dio vivo,
pietà di noi.
Vergine del giglio e dell’ulivo,
intercedi per noi.
Beati martiri di Monte Sole,
pregate per noi.  

 

segno: ognuno va a riprendersi il lumino acceso da portare a casa come segno di speranza.

 

Canto: Symbolum 77

Tu sei la mia forza altro io non ho,
Tu sei la mia pace la mia libertà.
Niente nella vita ci separerà:
so che la tua mano forte non mi lascerà.
So che da ogni male tu mi libererai:
e nel tuo perdono vivrò.

Padre della vita noi crediamo in te
Figlio Salvatore noi speriamo in te:
Spirito d’amore vieni in mezzo a noi:
Tu da mille strade ci raduni in unità.
E per mille strade poi dove tu vorrai,
noi saremo il seme di Dio.

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