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MAGGIO 2001

 

SUDAFRICA CONTRO MULTINAZIONALI

manifestazione a Pretoria contro le case farmaceutiche
(manifestazione a Pretoria contro le case farmaceutiche)

No, non siamo diventati un giornale sportivo, il titolo infatti non si riferisce ad una partita di calcio, ma bensì ad un processo, che vede coinvolto il governo del Sudafrica e 39 case farmaceutiche.
E’ cominciato a metà aprile, a Pretoria il processo intentato da 39 case farmaceutiche, tra cui le grandi multinazionali, contro il governo sudafricano. Le case farmaceutiche vogliono impedire che il Sudafrica acquisti o produca a basso costo le copie dei medicinali coperti da brevetto. Secondo Medici senza frontiere, "questo caso stabilirà se sono più importanti gli interessi delle grandi case farmaceutiche o quelli dei malati e dei poveri".
La dottoressa Carla Pessina, sul numero di aprile di "Mosaico di Pace", così scriveva: "Le notizie provenienti dal Sudafrica, relativamente all'utilizzazione dei farmaci sotto brevetto, aumenta il mio disagio e la mia preoccupazione su uno dei diritti fondamentali dell'uomo, cioè la salute. Questo problema scoppiato ora in Africa è l'inizio di un processo che coinvolgerà altri paesi poveri e con problemi, quali l'Estremo Oriente e l'America Latina. I farmaci salvavita non sono solo quelli anti-AIDS ma, in alcuni paesi possono essere antibiotici, antimalarici, antitubercolari, antilebbra, antidissenteria ecc. che sono comunque sottoposti allo stesso tipo di brevetto. Intere nazioni soffrono cronicamente di malattie e di mortalità che nel primo mondo si sono dimenticate da tempo; in alcuni Paesi del terzo mondo la mortalità infantile è aggravata dall'impossibilità di vaccinazioni sistematiche per le malattie più comuni dell'infanzia.
Mi amareggia constatare come la classe medica media sia indifferente al problema della cura e piuttosto succube alle case farmaceutiche e al sistema economico che spesso porta a dimenticare il soggetto primario del nostro lavoro". Non possiamo che essere d’accordo con lei.
Ma cerchiamo di capire su cosa si fonda l’azione delle 39 case farmaceutiche.
La non accessibilità dei farmaci essenziali si fonda sul dislivello economico fra mondo sviluppato, Paesi in Via di Sviluppo.
Le regole del profitto, quando vengono applicate a economie deboli, impediscono la soluzione di problemi sanitari che riguardano milioni di persone: in un paese africano, il costo di un farmaco o di una giornata di terapia può anche superare il reddito annuale di un cittadino.
I costi elevati sono soprattutto quelli dei farmaci protetti da brevetto. La ditta intestataria del brevetto detiene in esclusiva diritto di produrre il farmaco e di stabilirne il prezzo per tutto il periodo di protezione del brevetto (20 anni).
Il prezzo dei farmaci essenziali è dunque determinato dal diritto alla proprietà intellettuale, dal diritto di produzione e da strategie di vendita che perseguono il profitto su parametri da mondo avanzato.
Alla scadenza del brevetto, il farmaco diviene un generico e può essere prodotto da altre ditte. La concorrenza provoca generalmente un drastico abbassamento del prezzo.
Pertanto, solo per i farmaci generici o per i farmaci brevettati ma prodotti localmente il prezzo è tarato sulle effettive disponibilità economiche del paese in cui viene venduto.
Questo sistema si regge sull’accordo politico e commerciale garantito dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e sancito dagli accordi TRIPS.
La campagna che MSF (Medici Senza Frontiere), ha attuato, tenta di fare leva sui pochi spazi liberi dalle logiche di mercato, per affermare il diritto alla salute; la natura non esclusivamente commerciale del prodotto farmaco; la praticabilità di nuove forme di investimento nella ricerca.
Ma cosa sono i farmaci essenziali?
I farmaci essenziali sono quelli che "soddisfano i bisogni della maggioranza della popolazione in materia di cure sanitarie e devono dunque essere sempre disponibili in quantità sufficiente e sotto la forma farmaceutica appropriata".
Così vengono definiti nella lista dei farmaci essenziali pubblicata nel 1977 dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS). In questa lista (progressivamente aggiornata e oggi diffusa in 150 paesi) non sono stati inclusi molti farmaci coperti da brevetto, perché troppo costosi e pertanto non accessibili ai paesi poveri.
I farmaci essenziali possono essere brevettati o generici.
Inoltre vanno distinti i farmaci non conformi (che non rispondono cioè agli standard di qualità); i farmaci contraffatti (falsificazioni delle specialità di marca); i farmaci abbandonati (la cui produzione è stata sospesa poiché utili solo per paesi poveri che non possono permettersi di acquistarli).
Il brevetto, cioè il diritto alla proprietà intellettuale, ha una validità di vent’anni. Poiché il settore farmaceutico è in costante sviluppo, è piuttosto facile incontrare farmaci essenziali realizzati negli ultimi vent’anni.
In tal caso, la produzione del principio attivo e la vendita sono soggetti a un costo che le economie più deboli (non avendo case farmaceutiche proprietarie di brevetti) non possono sopportare.
I brevetti sono quasi sempre in possesso di aziende occidentali. Due terzi del mercato appartiene a una ventina di grandi gruppi, e la tendenza alla concentrazione cresce.
Le prime dieci ditte farmaceutiche nel 1998 erano così distribuite
5 negli USA
2 in Gran Bretagna
2 in Svizzera
1 in Germania.
I farmaci brevettati (detti anche "specialità") sono il 15% dei farmaci essenziali pubblicati nella lista dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Ma quante sono le persone coinvolte? E quali le malattie che uccidono ancora?
Quindici milioni di persone muoiono ogni anno a causa di malattie infettive: è la prima causa di morte nel mondo. Il 97% dei decessi avviene nei Paesi in Via di Sviluppo.
Polmonite, tubercolosi, malaria, diarree, morbillo e HIV/AIDS sono le malattie infettive responsabili della metà dei decessi:
- infezioni respiratorie: 4 milioni di morti;
- polmonite: 3,9 milioni;
- tubercolosi: 1,670 milioni;
- malattie intestinali: 2,473 milioni;
- malattie infantili prevenibili: 1,554 milioni;
- malaria: 1,086 milioni;
- AIDS/HIV: 2,6 milioni.
Sono circa 10 milioni i bambini sotto i cinque anni che muoiono ogni anno per infezioni respiratorie acute, malattie intestinali, tubercolosi e malaria.
Nel Sud del mondo e nei paesi in transizione dell’Est europeo ci sono circa due miliardi di persone che non hanno accesso alle cure adatte.
Il 75% della popolazione mondiale, quella che vive nei paesi a basso reddito, ha a disposizione l'8% dei farmaci prodotti nel mondo.
Un miliardo e trecento milioni di persone non hanno accesso all'acqua potabile.
Le malattie infettive sono responsabili di più della metà dei decessi nella fascia sub-sahariana del continente africano.
Capisco che queste cifre possano sembrare fredde e poco coinvolgenti, ma per superare ciò basterebbe ricordare ciò che spesso dice padre Alex Zanotelli: "Dietro ogni numero, in realtà c’è un volto, c’è un nome". Quindi continuo a proporvi queste cifre.
L’1,2% dei decessi per malattie infettive avviene nei paesi industrializzati contro il 43% nei paesi a basso reddito.
L’Africa acquista l’1% dei farmaci prodotti.
In molti paesi poveri, i farmaci essenziali non sono disponibili per questioni logistiche o carenze infrastrutturali. Spesso la corruzione, la scadente qualità dei farmaci prodotti localmente e il continuo proliferare sul mercato di farmaci contraffatti, e l’inadeguatezza professionale degli operatori sanitari locali peggiorano la situazione sanitaria.
Su 1.233 farmaci immessi sul mercato negli ultimi 25 anni solo 13 hanno un’indicazione specifica per le malattie tropicali.
Malattie considerate scomparse stanno ricomparendo e diffondendo in forme molto pericolose, perché resistenti ai trattamenti standard (farmaco-resistenza): i farmaci conosciuti non sono più completamente efficaci.
Per ridurre del 50% le morti per malaria sarebbe necessario un investimento di un miliardo di dollari. Scusate una domanda. Quanti miliardi di dollari sono stati spesi la guerra dei balcani?
Il 90% degli investimenti per la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci è destinato a problemi sanitari che riguardano il 10% della popolazione mondiale.
Ora basta con i numeri, altrimenti rischiamo di ubriacarci; a chiunque penso sia venuta in mente una domanda: "che cosa potevamo fare?" "che cosa possiamo ancora fare?"
Alla prima domanda, rispondo dicendovi che noi del Punto Pace di Bologna abbiamo scelto di aderire all’appello lanciato da MSF, questo il testo dell’appello:

"Petizione per il Sudafrica
Abbandonate la causa!"

I sottoscritti sostengono gli sforzi fatti dal governo del Sudafrica tramite la legge sui medicinali approvata nel 1997 per rendere i farmaci essenziali meno costosi e più accessibili al suo popolo. Di conseguenza, i sottoscritti chiedono alle 39 società farmaceutiche, che bloccano l'applicazione di questa legge con una causa legale, di abbandonare immediatamente questa causa.

Con oltre quattro milioni di sieropositivi, il Sudafrica ha il più alto numero al mondo di malati di HIV/AIDS. Solo pochi possono permettersi la cura che ha consentito di allungare e migliorare la vita dei malati nei paesi più ricchi. Dal 1998, l'industria farmaceutica ha bloccato la legge sui farmaci, dichiarando che avrebbe violato i diritti dei brevetti. In questo periodo, 400.000 Sudafricani sono morti per cause legate all'AIDS. I prezzi elevati stanno in realtà togliendo i farmaci ai pazienti poveri, condannandoli ad una morte prematura.
I sottoscritti chiedono alle 39 società farmaceutiche di abbandonare immediatamente ed incondizionatamente questa causa. E chiedono ai governi di sostenere il popolo del Sudafrica esortando le compagnie ad abbandonare la causa."
Quello che proponiamo di fare è di far circolare il più possibile i nomi delle 39 case farmaceutiche, già in altre occasioni (vedi: Nestlé, Nike), abbiamo notato come la cattiva pubblicità, o l’abbinamento del nome di queste multinazionali a delle azioni non propriamente lecite, o umane, le abbiano fatte recedere dalla politica iniziale. Quindi queste sono parte delle 39 case farmaceutiche: (elenchiamo le più "famose"):
Pharmaceutical Manufacturers’ Association of South Africa (PMA), Bayer AG; Boehringer-Ingelheim KG;
Bristol-Myers Squibb Company; Dr. Karl Thomae GmbH;
Eli Lilly and Company; F. Hoffman-La Roche AG;
Glaxo Wellcome (South Africa) (Proprietary) Limited;
Hoechst Marion Roussel Limited; Novo Nordisk (Proprietary)
Ingelheim Pharmaceuticals (Proprietary) Limited;
Janssen-Cilag Pharmaceutica (Proprietary) Limited;
Lundbeck South Africa (Proprietary) Limited; Merck & Co.,
Pharmacia & Upjohn (Proprietary) Limited;
Rhone-Poulenc Rorer S.A.;
Rhone-Poulenc Rorer South Africa (Proprietary) Limited;
Roche Products (Proprietary) Limited;
Scientific Pharmaceuticals S.A. (Proprietary) Limited;
SmithKline Beecham.
Wyeth (Proprietary) Limited;
Xixia Pharmaceuticals (Proprietary) Limited;
Essendo iscritto alla mailist di Pax Christi Italia, nelle settimane scorse, arrivavano spesso notizie su come procedeva il processo tra il governo sudafricano e le case farmaceutiche; qualcuno si rallegrava del fatto che nell’elenco non ci fossero delle case farmaceutiche italiane, Se devo essere proprio sincero, la notizia, a me, non mi fa contento, perché il problema comunque rimane, e la responsabilità è anche nostra, perché anche noi facciamo parte degli otto paesi più industrializzati del mondo.
Proprio mentre stavamo andando in "fotocopia" (questo articolo è tratto dal nostro giornalino),  è arrivata la notizia che il 19 aprile, spinte dalla pressione internazionale, le 39 multinazionali hanno abbandonato la causa. Speriamo che questo modifichi profondamente il rapporto tra industrie farmaceutiche e paesi in via di sviluppo.
No, non siamo diventati un giornale sportivo, ma questa "vittoria", ha un no so che di risultato da paginone sportivo (anche se sappiamo che è stata solo una vittoria di un lungo campionato).

Pino

 

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