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IN QUESTO NUMERO

È tempo di impegno e partecipazione

Tornano i mercanti di morte

Ultim'ora (dalla Segreteria Nazionale di Pax)

Difendiamo la 185/90 dalla lobby delle armi

Diario di una giornata particolare

È giovane la bandiera della pace

Ripensando

Scuola di vita

Lettera a Caracciolo

Dall'Inghilterra manifestano contro l'intervento armato in Afghanistan e ci scrivono...

Solidarietà ai magistrati da Pax Christi

I prossimi appuntamenti e altro...

 

FEBBRAIO 2002

"NON COLTIVATE PENSIERI DI PRECAUZIONI"
Assisi: un sogno avverato

I ragazzi di Pax innalzano uno striscionePer noi, come Punto Pace di Bologna, Assisi 1986, ha sempre significato molto, è stato un punto di riferimento per il nostro percorso di gruppo.
Non a caso, uno degli appuntamenti irrinunciabili, è una veglia che insieme al  SAE e agli amici di Taizè, organizziamo  da oltre sei anni, in ricordo di quell'avvenimento che riteniamo pietra miliare per un contributo delle religioni per la pace.
Il nostro intendimento, è sempre stato quello di coinvolgere altre confessioni in questo ricordo. E' stato un cammino faticoso, non sempre compreso… ma siamo sempre riusciti a portare sempre oltre un centinaio di giovani a pregare, affinché tutte le religioni siano dei  partner per un cammino di pace. Nell'ultima veglia, quella più riuscita, fino ad ora ( ma la tensione a migliorarci è sempre forte), nella chiesa locale di S. Francesco, oltre al sacerdote cattolico, vi è stata la partecipazione attiva del pastore evangelico e del pope ortodosso.
Il  segno di questo nostro impegno è un piccolo alberello di ulivo, che dalla prima veglia, ogni anno, lo portiamo in chiesa e testimonia il nostro cammino al riguardo.
Per tanto, quando abbiamo appreso che, il Papa aveva intenzione di "  invitare i rappresentanti delle religioni del mondo a venire ad Assisi il 24 gennaio 2002 a pregare per la pace" ci siamo ricordati di quanto scriveva don Tonino "c'è da pensare che nel calendario perpetuo del Cielo, a partire da quest'anno ( 1986), il ventisette di ottobre sarà sempre ricordato come la "festa del Padre". Sì, perché al Signore nostro Dio non era forse mai capitato di vedere i suoi figli sulla terra che, pur chiamandolo con nomi diversi, gli si fossero rivolti tutti insieme per chiedergli qualcosa.
Aveva sempre dovuto ascoltarli in "separata sede".
Unanime è stato il desiderio di dire : Noi  là ci saremo e porteremo un po’ di persone. E' un'occasione irrinunciabile per noi ! Così abbiamo prenotato un pullman e abbiamo cercato come essere presenti nel luogo destinato all'incontro delle religioni. L'impresa ci è parsa ardua ed a molti giudicata  impossibile: nessuno ci sapeva dire il programma preciso e come essere presenti ad Assisi. Addirittura ci arrivavano indicazioni che Assisi fosse interamente blindata e l'accesso concesso solo a pochi. Altri ci consigliavano di lasciare  perdere perché tanto i posti erano prenotati da tempo. Noi ricordando don Tonno: " Non coltivate pensieri di afflizione, di chiusura, di precauzioni" abbiamo tempestato dei telefonate sia il Sacro Convento che vari organismi vaticani cercando aiuto da congregazioni religiose e amici sacerdoti. Quando ormai ogni speranza era persa  e stavamo organizzando una giornata di preghiera in una chiesa alla periferia di Assisi, dalla prefettura della Casa Pontificia ci è arrivato un fax che ci garantivano quaranta pass per essere presenti nel piazzale della basilica inferiore di San Francesco.
Gioia immensa e tanta trepidazione..Così siamo parti alla 3,30 del mattino in quaranta da Bologna, raccogliendo anche gli amici del Punto Pace di Ferrara, in quaranta…no… in quarantuno , con noi c'era l'alberello di ulivo che si è fatto tutta la giornata con noi portato a turno per le strade di Assisi, suscitando curiosità e tante domande… 
Abbiamo così potuto assistere alle varie testimonianze dei rappresentanti delle varie religioni
concluse dal discorso del papa che ha affermato: "E' doveroso che le persone e le comunità religiose manifestino il più netto e radicale ripudio della violenza, di ogni violenza, a partire da quella che pretende di ammantarsi di religiosità, facendo addirittura appello al nome sacrosanto di Dio per offendere l'uomo".
Abbiamo così potuto assistere al pomeriggio a una serie di "impegni"  dei  leader con i quali si proclama la volontà di dedicare ogni sforzo per favorire la pace, la giustizia e la riconciliazione nel mondo. Wojtyla ha infine concluso con queste parole: "Mai più violenza! Mai più guerra! Mai più terrorismo! In nome di Dio ogni religione por­ti sulla terra giustizia e pace, perdono e vita, amore!".
La cronaca di quella giornata la lascio nei successivi articoli , nelle foto e nell' articolo apparso il giorno dopo su Avvenire dove dice : "Molti si «arrampicano». I ragazzi di Pax Christi per issare il vessillo con l'arcobaleno……."
Mons. Bettazzi con Annarita, Caterina e Annalisa Bhè….. possiamo dire con una punta di orgoglio:   eravamo noi che, oltre alla "bandiera" di Pax, innalzavamo lo striscione con la scritta "I Pilastri della Pace sono Giustizia e Perdono"!
Credo che in questa giornata, ci sia stato un unico avvenimento che ci hanno destato perplessità:  quell' inneggiare ripetuto, da parte di gruppi di giovani a " Giovanno Paolo II"che,  in quella celebrazione stonava e non poco,  risultando sicuramente non in linea con lo spirito di Assisi  composto di comprensione, ascolto e pari dignità di tutte le religioni.
Al ritorno eravamo in quarantadue, con noi c'era Mons. Bettazzi.

dario

 

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