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IN QUESTO NUMERO

È tempo di impegno e partecipazione

Tornano i mercanti di morte

Ultim'ora (dalla Segreteria Nazionale di Pax)

Difendiamo la 185/90 dalla lobby delle armi

Diario di una giornata particolare

"Non coltivate pensieri di precauzioni"

È giovane la bandiera della pace

Scuola di vita

Lettera a Caracciolo

Dall'Inghilterra manifestano contro l'intervento armato in Afghanistan e ci scrivono...

Solidarietà ai magistrati da Pax Christi

I prossimi appuntamenti e altro...

 

FEBBRAIO 2002

RIPENSANDO

Ripensando, dopo un mese, all'incontro interreligioso del 24 gennaio ad Assisi, la prima cosa che mi viene in mente è l'importanza del gesto in sè. Giovanni Paolo II verrà ricordato (almeno da me) più che per il Magistero, per i gesti che ha compiuto: entrare in una moschea, chiedere perdono, ritrovarsi insieme ad esponenti delle altre religioni... Certo questi possono essere mal interpretati, risultano ancora molto ritualizzati e spettacolarizzati. Tuttavia il gesto contiene una valenza da cui non ci si può distanziare troppo facilmente; il Papa si è ritrovato a parlare con rappresentanti di altre confessioni e religioni sul tema della pace. L'ha fatto e basta! Chi potrà negarlo o smentirlo? 
Nel parlare sono state dette da tutti parole impegnative. Una responsabilità grave pesa al presente sui politici del mondo, come pure sulle comunità religiose, sulle istituzioni finanziarie, sulle comunità scientifiche ed educative, sulle istituzioni e le agenzie di informazione, e sul mondo dello spettacolo. "Il mondo globalizzato non può essere semplicemente un'arena di competizione brutale, ma un luogo di ricerca del futuro comune  " (Dr. Ishmael Noko  della  Federazione Luterana Mondiale) . In alcuni momenti, mentre li ascoltavo, ero rassicurato; i temi che si sentono in certi ambienti così minoritari del mondo ecclesiale erano presenti in buona parte delle testimonianze: richiamo all'impegno politico, giustizia, ecologia... In pullman, di ritorno dalla città di San Francesco, mons. Bettazzi (nostro ospite di eccezione) ci ricordava come, nell'incontrarsi sul tema della pace, le religioni sono chiamate a dare il meglio delle proprie tradizioni. "Dio non si possiede. Non si possiede la Verità e io ho bisogno della Verità degli altri", diceva Pierre Claverie, vescovo di Orange, ucciso da una bomba nel 1996. Il dialogo diventa stimolo per conoscere se stessi e l'altro, e per imparare. Le differenze sono tante, dalla pelle agli abiti, dalla lingua ai concetti, e tutto questo non deve essere assimilato, forse deve essere solamente ascoltato. 
Nel gesto del Papa si ritrova la vocazione propriamente ecclesiale di non isolarsi, ma di richiamare alla comunione: "...la Chiesa è in Cristo come sacramento, ciò è segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano..." (Lumen Gentium 1). Forse l'originalità del Cristianesimo va ricercata proprio in questa chiamata a far incontrare gli uomini, le persone, con l'unico fine di giungere alla Pace, dono di Dio e non conquista delle potenze umane

Don Stefano Benuzzi

 

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